Ha ucciso a botte Francesca Fantoni, la trentanovenne trovata morta lunedì mattina in un parco pubblico a Bedizzole nel bresciano. Secondo i primi rilievi, lo avrebbe fatto a mani nude e alla fine, durante un'interrogatorio in carcere a Brescia, l'omicida ha confessato. Andrea Pavarini, padre di un bimbo di tre mesi ha ammesso le proprie responsabilità. A farlo crollare sarebbe stato un dato fornito dagli inquirenti: il sangue sulla felpa che indossava sabato sera Andrea Pavarini e che è stata trovata a casa dell'uomo fermato corrisponde al profilo genetico di Francesca Fantoni. Lo hanno stabilito le analisi effettuate dagli inquirenti e il dato è contenuto nella richiesta di convalida del fermo pr il 32enne accusato di omicidio volontario.
"Abbiamo un video in cui si vede l'indagato e la vittima insieme uscire da un bar e lui ha la felpa pulita. Dopo un'ora e mezza in un altro video di una telecamera diversa, la sua felpa appare sporca come ha confermato anche un testimone", è la ricostruzione degli inquirenti.
Il delitto sarebbe avvenuto tra le 20.30 e le 22 di sabato sera e la 39enne sarebbe stata uccisa - così ritiene chi indaga - direttamente nel parco pubblico dove è stata trovata senza vita lunedì mattina. Massacrata di botte. "Crediamo a mani nude, ma stabilirà tutto l'autopsia" riferiscono i carabinieri. "Siamo davanti ad una morte estremamente violenta - ha spiegato uno degli inquirenti - Sono in corso indagini per capire se ha fatto tutto da solo. Al momento si ritiene abbia fatto tutto da solo". Gli inquirenti aspettano risposte anche dal telefonino di Francesca Fantoni che è stato ritrovato in frantumi sabato sera nella piazza del paese, vicino al luna park allestito da alcune settimane e che ora resta chiuso per lutto. In paese è invece iniziata una raccolta fondi a sostegno della famiglia Fantoni, molto conosciuta a Bedizzole. "Francesca era ingenua, ma buona e non doveva fare questa fine" commenta lo zio materno. "Non se la meritava perché non ha mai fatto male a nessuno" .
Francesca Fantoni era stata in classe alle superiori con Elena Lonati, anche lei bresciana e ammazzata nell'estate del 2006 a soli 23 anni. Come raccontato dal Giornale di Brescia le due frequentavano le suore Canossiane un in città a fine anni '90. Sotto choc le compagne di classe dell'epoca: "È pazzesco come due ragazze, amiche e vicine di banco siano state entrambe uccise", hanno commentato.
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