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Coronavirus: nella Chinatown di Roma, 'paura ingiustificata'

Coronavirus: nella Chinatown di Roma, 'paura ingiustificata'

Mercato pieno, senza mascherine. Raggi chiama ristorante: 'Verrò'

04 febbraio 2020, 17:59

servizio di Martino Iannone

ANSACheck

Serrande chiuse in molti negozi dell 'Esquilino, il quartiere multietnico della capitale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Serrande chiuse in molti negozi dell  'Esquilino, il quartiere multietnico della capitale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Serrande chiuse in molti negozi dell 'Esquilino, il quartiere multietnico della capitale - RIPRODUZIONE RISERVATA

C'è il pienone nel mercato di piazza Vittorio, cuore pulsante dell'Esquilino, il rione più multietnico della Capitale. Nella Chinatown di Roma, in questa giornata uggiosa, la paura del coronavirus sembra qualcosa di lontano, visto in tv. Si fa quasi fatica a entrare nel mercato tanta è la gente. Come sul tram, ci si perde in un vortice di immagini e odori: le etnie si mescolano, non si può non toccarsi sfiorandosi e respirare la stessa aria di chi in quell'istante ci circonda.

Le mani toccano le merci, dopo aver toccato il denaro poi fonte di scambio. Nessuna mascherina, nessuna particolare tensione se qualcuno non cela uno starnuto. "Sulla vicenda del coronavirus - si un sfoga un ambulante - i media, soprattutto televisivi, stanno facendo terrorismo psicologico e questo alimenta la psicosi. Come può constatare anche oggi il mercato è pieno e nessuno indossa mascherine. Qui convivono pacificamente decine di etnie e tantissimi sono gli italiani che fanno la spesa". All'Hang Zhou di Sonia in via Bixio, uno dei ristoranti cinesi più famosi di Roma, molto amato da personaggi della cultura e dello spettacolo, la titolare accoglie i clienti con il suo consueto sorriso.

"Ma perché avete paura dei cinesi?" esordisce. "Mangiare da noi è sicuro, i nostri prodotti sono tutti tracciabili". Il ristorante è quasi pieno. Tanti gli occidentali.

Più tardi Sonia riceve la telefonata della sindaca Virginia Raggi. "Ha espresso la sua solidarietà a me e a tutta la comunità cinese di Roma. Sono emozionata mi ha detto che appena potrà verrà a trovarmi un giorno. Verrà a cenare qui per dimostrare che non bisogna aver paura dei ristoranti cinesi". Sonia, che nei giorni scorsi aveva più volte lanciato l'allarme di un calo di clienti nei ristoranti cinesi legata alla paura del coronavirus, spiega che la situazione sembra stia migliorando. "Diversi clienti sono tornati a trovarci tra ieri e oggi per esprimerci vicinanza - ha detto - Sono veramente commossa. Bisogna combattere insieme questa paura evitando che sfoci nel razzismo".

Coronavirus, ristoratrice cinese: "Viviamo come voi, perche' avete paura?"

E che la situazione non sia facile lo testimonia anche Lucia King, una rappresentante della Comunità cinese di Roma: "Sta andando malissimo. Stiamo subendo un attacco senza precedenti. Non so se tutte le attività economiche resisteranno a questo periodo. La situazione è grave. Io venerdì sera sono andata in un ristorante nel centro di Roma dove prima c'era sempre fila e c'erano tre tavoli in tutto. Noi non siamo contagiati solo perché cinesi. Il problema è che la gente ha paura, una paura comprensibile ma non giustificata per il momento in Italia".

King poi rileva la "solidarietà" che sta arrivando ai cinesi "da molti italiani", ricordando tra le altre cose le iniziative in corso a Milano per via Paolo Sarpi. Poi sottolinea: "Chi di noi in questo periodo è riuscito a ritornare in Italia, spontaneamente, ha deciso di autoisolarsi per due settimane, per senso di responsabilità verso l'Italia". Anche sotto i portici di piazza Vittorio tutto scorre come sempre: agli ambulanti mediorientali si alternano quelli indiani ad altri dell'est europeo. Ognuno con la propria mercanzia. Insomma, la vita continua. Al Pacific Trading di via Principe Eugenio, uno dei supermercati cinesi più assortiti trovi Jiazoi (ravioli di manzo o di gamberi), salse agrodolci o piccantissime, pak-choic (cavolo cinese) e zampe di gallina. C'è poca gente, ma è sabato mattina e - come osserva il dipendente di un'erboristeria cinese - molti sono fuori per il week end e poi piove. "Va tutto bene - racconta -. La nostra attività non ha subito sinora alcun contraccolpo. Oggi c'è poca gente ma non dipende dall'allarme coronavirus, è una giornata piovosa e molta gente è fuori per il weekend".

In un bar gestito da cinesi una coppia di giovani italiani non nasconde che qualcosa sia cambiato: "C'è solo tanto allarmismo" dice lei. "Ho visto scene di razzismo ingiustificato in giro - aggiunge lui - ed è veramente brutto".

(martino.iannone@ansa.it)

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