"Credevo di essere morto", "non riesco a descrivere quel che è accaduto, non me ne rendo ancora conto. Il treno andava velocissimo, forse ai trecento chilometri all'ora. All'improvviso ho sentito una botta violenta. Un boato fortissimo". È il racconto di uno dei feriti del deragliamento ferroviario del Lodigiano, un giovane di 21 anni ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale di Piacenza, in una testimonianza raccolta dall'edizione online del quotidiano piacentino Libertà.
"Ero nella carrozza con altre persone e a un certo punto abbiamo sentito un grosso rumore, il treno è deragliato e ci siamo trovati sottosopra, c'è stato un po' di panico, pensavamo che fosse finita, se ti ribalti con un treno a 300 km all'ora non pensi che rimani lì a parlare": questo il racconto fatto da uno dei superstiti, il 28enne Alex Nuvoli, visitato al pronto soccorso di Vizzolo Predabissi, nel Milanese.
"Siamo stati fortunati, miracolati, sembrava di stare sulle montagne russe". Sono le prime parole di Chiara, 30 anni, psicologa di Milano che per una trasferta di lavoro era a bordo del Frecciarossa 1000 deragliato. La donna ha parlato all'uscita del pronto soccorso dell'ospedale di Lodi, dove le è stata diagnosticata una contrattura cervicale.
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