"Se arrivassero tutti i vaccini che ci hanno promesso i contratti non saremmo in grado di somministrarli perché abbiamo sbagliato la programmazione". Lo denuncia il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti su La 7. "L'Europa ha sbagliato moltissimo, ma quanto abbiamo sbagliato noi nel decretare tre diverse tipologie di uso di AstraZeneca che avevamo già in mano nelle ultime tre settimane? - ha detto - I piani vaccinali delle Regioni sono stati fatti e disfatti tre volte. Non abbiamo infermieri per fare i vaccini, non aver pensato di allargare le professioni sanitarie che possono mettere un ago nella spalla, è un altro errore".
Le nuove misure per il contrasto al contagio da Covid saranno decise - e annunciate - con anticipo rispetto alla loro entrata in vigore. Lo spiegano fonti di governo, secondo le quali è dunque assai difficile che eventuali decisioni adottate in Consiglio dei ministri venerdì si applichino già al prossimo fine settimana. Una ipotesi sul tavolo è inoltre che le misure non vengano più adottate attraverso un dpcm ma con un provvedimento di legge, che potrebbe essere un decreto legge o anche - questa l'opzione al vaglio - un disegno di legge da approvare con corsia preferenziale e tempi brevissimi in Parlamento, per garantire un pieno coinvolgimento delle Camere. La principale novità dovrebbe essere il parametro per l'ingresso automatico in zona rossa delle Regioni che superano i 250 contagi ogni 100mila abitanti. E dovrebbe arrivare anche la proroga del divieto di spostamento tra Regioni, ad oggi in vigore fino al 27 marzo.
Nel merito delle misure potrebbe essere convocata una nuova cabina di regia del premier Mario Draghi con i ministri e gli esperti nella giornata di oggi, 11 marzo, dopo il confronto con le Regioni e prima del Cdm di venerdì. La consapevolezza emersa già oggi è che i dati del contagio sono preoccupanti e in peggioramento. Per frenare la curva il governo starebbe vagliando le opzioni indicate dal Comitato tecnico scientifico, a partire da un inasprimento delle misure nei weekend e in particolare nel fine settimana di Pasqua, ma saranno valutate alla luce dei dati aggiornati e nella consapevolezza della diversità di vedute che separa i partiti della maggioranza.
In arrivo una nuova stretta, ma non tutti sono d'accordo. La situazione peggiora e le misure da zona gialla faticano a contenere la crescita dei contagi causati dalle varianti del Covid. E' inoltre probabile che vengano fissate limitazioni in tutta Italia da zona rossa per il weekend di Pasqua. Ma tra i ministri c'è chi, a partire da Roberto Speranza, spinge per rafforzare le chiusure da subito in tutto il territorio nazionale, non solo nei fine settimana. "I nostri scienziati ci chiedono di assumere misure più rigorose e credo che sia giusto. Abbiamo di fronte a noi settimane non semplici ma anche la fiducia di vaccini che finalmente sono disponibili: stiamo per superare la soglia di 6 milioni di somministrazioni effettuate", spiega il ministro della Salute durante la trasmissione Accordi e Disaccordi sulla Nove, sottolineando la presenza delle varianti, in Italia come in altri Paesi.
E al contrario c'è chi non vorrebbe penalizzare ancora ristoranti e negozi, neanche nei weekend. Pd, M5s e Leu si collocano su una linea rigorista, Fi, Lega e Iv frenano su nuove misure nazionali generalizzate. Di qui la scelta di un supplemento di riflessione: si valuteranno i nuovi dati e ci si tornerà a confrontare nelle prossime ore con le Regioni, poi venerdì Draghi riunirà il Consiglio dei ministri per decidere come procedere.
ALCUNE REGIONI ANTICIPANO LE MISURE
Il premier, che al momento non sembra considerare l'ipotesi di un lockdown nazionale, intende decidere su basi scientifiche, non politiche: decisivi i dati. Nel pomeriggio a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, che venerdì mattina nell'hub vaccinale di Fiumicino tornerà a parlare dell'emergenza e di come contrastarla, convoca ministri ed esperti per esaminare il parere arrivato martedì dal Comitato tecnico scientifico, che suggerisce nuove misure per arginare la crescita dei contagi. Ci sono il sottosegretario Roberto Garofoli, i ministri Mariastella Gelmini (FI), Dario Franceschini (Pd), Elena Bonetti (Iv), Giancarlo Giorgetti (Lega), Stefano Patuanelli (M5s), Roberto Speranza (Leu), i ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi e dell'Economia Daniele Franco, il segretario generale di Palazzo Roberto Chieppa, il capo di gabinetto Antonio Funiciello, il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro e il direttore del Css Franco Locatelli. La discussione, dicono diverse fonti, non è tesa. Ma riemerge una divergenza di fondo tra le due "anime" del governo. Tutti prendono atto del peggioramento della situazione e accolgono le preoccupazioni degli scienziati: si dicono pronti a sostenere nuovi automatismi destinati ad aumentare le zone rosse in tutto il territorio, ma secondo Speranza, Franceschini e Patuanelli rischia di non bastare. E il ministro delle Politiche agricole a Porta a Porta insiste:" Il modello della zonazione a colori deve essere mantenuto e quindi con misure più restrittive dove i 21 parametri delle misure di contagio definite per legge sono più alti. Comunque, nel periodo pasquale alcune misure più restrittive andranno implementate, come abbiamo fatto a Natale: zone rosse nei festivi e prefestivi nel periodo intorno a Pasqua".
Per Iv Bonetti chiede di poter esaminare dati rigorosi, mentre Lega e Fi auspicano misure mirate, per non penalizzare Regioni come la Sardegna a basso contagio. Gli scienziati continuano a chiedere di innalzare le misure: lo fanno Brusaferro e Locatelli durante la cabina di regia a Chigi e lo ripete l'Iss nei risultati dello studio sulle varianti: "Rallentarle è possibile solo con misure severe, in quanto potrebbero avere un impatto rilevante". I nuovi dati del monitoraggio settimanale dovrebbero fotografare l'ulteriore peggioramento della curva epidemiologica mandando di fatto quasi tutta l'Italia in zona arancione o rossa.
Il Cts suggerisce il rafforzamento delle restrizioni nelle zone gialle, perché è lì che vanno ridotti i contatti tra le persone per evitare il diffondersi del contagio, il passaggio automatico in zona rossa con un'incidenza a 7 giorni di 250 casi ogni 100mila abitanti, chiusure nei fine settimana come già avvenuto durante le festività natalizie.
Al di là delle divisioni politiche, quel che è certo è che la situazione è di nuovo molto difficile. Quasi tutti i sistemi sanitari regionali sono in sofferenza.
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