Il sabato la festa, la domenica le polemiche: dopo la sfilata arcobaleno tra le vie del centro, il giorno dopo il primo Cremona Pride è già tempo di critiche e di accuse nel capoluogo lombardo. Nel mirino, in particolare, la scelta di esibire durante il corteo un manichino a grandezza naturale, travestito da Madonna, con il seno scoperto. Una rappresentazione giudicata blasfema e subito contestata sui social, con il sindaco Gianluca Galimberti che è finito al centro delle critiche per il patrocinio concesso dal Comune all'evento. "La manifestazione - aveva detto il primo cittadino, cattolico e di sinistra, ad evento appena concluso - ha acceso anche nella nostra città un faro su discriminazioni che esistono ancora, dando la possibilità di esprimersi senza attaccare, consentendo di riaffermare che davvero occorre la pari dignità di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, come recita anche la nostra Costituzione".
"Penso - aveva aggiunto Galimberti - che occorra costruire, anche a Cremona, una democrazia che sia inclusiva e accogliente delle diversità. Perché la paura e l'odio per una diversità porta sempre alla paura e all'odio di tutte le diversità". Ed è proprio pensando a quelle parole che, di fronte alle immagini della Vergine così rappresentata e alle alle fotografie che ritraggono nel corteo dei 1.500 anche un attivista sosia di Papa Francesco abbigliato come il pontefice, è montata l'onda delle polemiche. Una sollevazione che abbraccia in sostanza tutti gli esponenti locali dei partiti di centro destra, con molti dei militanti della Lega e i consiglieri e membri di Forza Italia e Fratelli d'Italia che hanno condiviso sui loro profili le immagini contestate.
"Non è cosi, con questo modo squallido e irrispettoso della fede cristiana, che si rivendicano i diritti - è il coro comune -. E quando sentiamo parlare di responsabilità personali, ricordiamo a tutti che il Comune ha dato il patrocinio". C'è anche chi chiama in causa il vescovo: "cosa ne pensa Antonio Napoleoni, di tutto questo?". E sulla vicenda si butta anche Matteo Salvini, in piena campagna elettorale per le amministrative di domenica prossima. "Offendere la fede, la cultura e la sensibilità di milioni di italiani non c'entra niente con la richiesta di diritti Lgbtqetc - dice il leader della Lega - ma è solo un'esibizione di ignoranza e arroganza". E la bambola travestita da Madonna ha fatto uscire dalle abituale riservatezza che lo contraddistingue, anche Giovanni Arvedi, imprenditore dell'acciaio ma soprattutto patron della Cremonese appena riportata in serie A e mecenate che in citta ha costruito, tra l'altro, il Museo del Violino e ha riqualificato Santa Monica, ora sede dell'Università Cattolica. Una presa di posizione pacata ma perentoria. "Questi simboli non hanno nulla a che vedere con la legittima tutela dei diritti e la lotta all'omofonia e alle discriminazioni - ha detto - Sono immagini stonate perché offendono la sensibilità altrui'. Arvedi ha poi espresso "stupore e rammarico" per il fatto che nessuna autorità sia intervenuta.
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