"La norma che vieta i rave stabilisce sanzioni anche per i partecipanti, nei confronti dei quali la pena è 'diminuita'. Ciò vuol dire che il giudice, al termine del processo, deve applicare una diminuzione che può arrivare fino ad un terzo della pena edittale che nei confronti degli organizzatori può andare dai tre ai sei anni. Non comprendo, quindi, perché il premier Meloni abbia voluto rivendicare di non avere dato il via libera alle intercettazioni dal momento che questo reato prevede pene superiori ai cinque anni". Lo afferma il presidente delle Camere Penali, Gian Domenico Caiazza.
Il presidente dei penalisti prosegue aggiungendo che "la pena superiore ai cinque anni consente che possano essere disposte intercettazioni e, secondo me, anche nei confronti dei partecipanti".
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