Una frode nei bonus edilizi è
stata scoperta dai finanzieri del Comando provinciale di
Trieste, che hanno eseguito il sequestro preventivo di crediti
d'imposta fittizi del valore nominale di 3,75 milioni.
Tali crediti, secondo quanto emerso dalle indagini, erano
stati maturati nel 2021 e originati attestando falsamente al
portale telematico dell'amministrazione finanziaria l'avvenuta
esecuzione di lavori di recupero edilizio connessi al bonus
facciate. Un impresario triestino e altri 12 imprenditori,
residenti in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e
Calabria, sono stati denunciati in quanto ritenuti responsabili
di truffa aggravata ai danni dello Stato, auto-riciclaggio e
reimpiego dei proventi illeciti indebitamente percepiti.
Sulla base delle indagini, una società edile ubicata fuori
regione aveva cumulato un rilevante importo nominale di crediti
d'imposta fittizi che, attraverso susseguenti operazioni di
cessione a terzi, erano stati monetizzati. Dall'analisi della
gestione di una ditta individuale con sede a Trieste, operante
nella termoidraulica, i finanzieri hanno individuato e
ricostruito le operazioni precedenti l'acquisto di un credito di
imposta del valore nominale di mezzo milione, ceduto dalla
società edile che lo aveva frudolentemente originato.
Un'operazione sospetta in quanto definita senza l'apparente
pagamento di corrispettivi da parte dell'impresario giuliano,
come parte cessionaria.
Secondo quanto ricostruito dalla Gdf, l'obiettivo del
sistema di frode era ottenere velocemente la liquidazione dei
crediti d'imposta artificiosamente prodotti e reimpiegare
altrettanto velocemente il denaro ricavato nel circuito
economico legale, per realizzare ulteriori profitti.
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