Continua a negare di aver anche
solo pensato di uccidere insieme alla moglie la figlia Saman.
Dice di voler giustizia per lei.
E accusa suo fratello (e zio
della ragazza) Danish Hasnain, invitandolo a "dire la verità" e
i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, a suo dire presenti
la sera del delitto a Novellara.
Il 19 aprile, prima del deposito delle motivazioni della
sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia che ha
condannato lui e la moglie Nazia Shaheen all'ergastolo, lo zio
Danish a 14 anni e assolto i cugini, Shabbar Abbas ha chiesto di
parlare con gli inquirenti di Reggio Emilia, dal carcere, per
fare nuove dichiarazioni spontanee: il verbale è stato
depositato, in vista anche degli atti di appello.
"Voglio sapere chi ha ucciso mia figlia", ha ribadito il
pachistano davanti al procuratore Gaetano Paci e agli
investigatori dei carabinieri reggiani, con l'assistenza di un
interprete e dei suoi avvocati Enrico Della Capanna e Simone
Servillo.
Shabbar ha detto di sospettare dei tre parenti:
"Quando ho sentito in Pakistan che loro erano scappati tutti e
tre, allora io capito che sono stati tutti e tre, non ci sono
dubbi". Ha detto però di non sapere chi ha fatto cosa: "Perché
non dice la verità Danish? Lui sa tutto", ha detto Shabbar.
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