Il presidente della Repubblica arriva all'università La Sapienza e risponde agli studenti che lo avevano invitato a prendere posizione sul conflitto a Gaza. Lo fa senza mezzi termini. "Ho reiterato la richiesta a un'immediato cessate il fuoco", spiega alla platea della Giornata del Laureato nell'Aula magna del Rettorato. I collettivi riuniti all'esterno, tra striscioni e cori, con una lettera pubblicata ieri l'avevano invitato a parlare al presidio. Il capo dello Stato, però, preferisce ribattere dalla sede istituzionale, dopo l'intervento della rettrice Antonella Polimeni.
Un'intervento, non previsto nel programma, in cui Mattarella non si sottrae al richiamo delle università in agitazione da settimane sul conflitto in Medio Oriente. "Una lettera - spiega - mi ha sollecitato a non includermi in quella che è stata definita la 'Torre d'avorio del rettorato'. Venendo ho visto un cartello che mi chiedeva cosa pensassi di cosa avviene a Gaza. Non voglio lasciarla senza risposta". Richiama i suoi ripetuti interventi "in occasioni significative", dal discorso all'assemblea generale delle Nazioni unite fino alla lettera inviata al presidente della Repubblica israeliano, e ribadisce la sua posizione. "Per la nostra Repubblica - scandisce - tutte le violazioni dei diritti umani vanno contrastate, sempre e ovunque". Un intervento netto, in cui il presidente interviene anche sul tema dei rapporti accademici tra gli atenei, che tuttavia non placa l'animosità degli studenti. I collettivi, all'esterno del Rettorato, contestano più o meno apertamente il capo dello Stato. Tra slogan e mugugni.
Lo accolgono con qualche "buu". Tenuti a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell'ordine, non in uniforme, lanciano aereoplanini di carta e ripetono quello che da giorni esprimono al presidio di tende nel 'pratone' della città universitaria. "Stop al genocidio a Gaza - gridano - e ai rapporti delle università italiane con le industrie belliche e con Israele". Uno striscione recita: "Italia e Sapienza complici del genocidio". Mattarella, uscito dalla vettura presidenziale, entrando in Rettorato rivolge uno sguardo alla protesta degli studenti. In Aula Magna, dove prende posto, risuona la musica che il presidio decide di tenere ad alto volume come elemento di disturbo. Poi è il momento dell'intervento a sorpresa, in cui risponde agli studenti che hanno firmato la lettera. "Il rispetto del diritto umanitario - chiarisce - è nella nostra Costituzione e per la Repubblica italiana vale in ogni direzione". Il presidente si riferisce alle sofferenze delle "popolazioni civili" a Gaza, ma aggiunge: "vale per i ragazzi stuprati e uccisi mentre ascoltavano musica in un rave lo scorso 7 ottobre, vale per i bambini sgozzati in quell'occasione". Il capo dello Stato cita anche il caso di Mahsa Amini, del rapper iraniano, "delle ragazze che non possono studiare in Afghanistan". E precisa: "la dignità umana, la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione, il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, a seconda dei confini tra gli Stati, a seconda delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti".
Il presidente, infine, non rinuncia a intervenire sul ruolo delle università. "Sono la sede - dice - del libero dibattito e talvolta anche del dissenso dal potere". Si appella al valore del dialogo e affonda: "il potere, quello peggiore, desidera che le università del loro Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei di altri Paesi". Intanto, fuori gli studenti provano ad intercettare l'uscita del presidente, girando intorno all'edificio universitario. Si levano cori di contestazione, rivendicata dagli stessi collettivi. "Mattarella pagherai tutto", urlano. Il corteo si blocca di nuovo di fronte alle transenne. Mattarella è già uscito dall'angolo opposto del Rettorato. Gli studenti allora cominciano a correre, fino al cancello del viale dell'Università. Lì un'unità in assetto antisommossa li ha contenuti con l'utilizzo di scudi. Attimi di tensione, qualche offesa alle forze dell'ordine. Poi gli studenti hanno fatto ritorno alle tende.
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