Dopo lo scandalo di sei anni fa del
tempio crematorio di Biella, con le indagini che bloccarono
l'attività in seguito alle cremazioni multiple effettuate dalla
vecchia società, il Comune aveva ottenuto la rescissione del
contratto e la restituzione dell'edificio grazie a una sentenza.
Ora Socrebi, la società che gestiva l'impianto, ha impugnato la
sentenza. Il giudice del tribunale non si era limitato a
respingere le richieste avanzate dai legali della società, ma
aveva anche assegnato un risarcimento al Comune per il danno
subito, quantificato in circa 185mila, somma salita a oltre
270mila euro, conteggiando interessi e rivalutazione. Ma è
arrivato il ricorso in Corte d'appello con udienza fissata il
prossimo 29 luglio.
Il Comune si affiderà allo studio Osborne Clarke che ha già
seguito il giudizio di primo grado. "Continuiamo ad essere
fiduciosi - sono le parole del sindaco, Claudio Corradino -,
visti l'andamento processuale e le sentenze di questi anni. La
cosa che conta è che il tempio crematorio sia tornato nelle mani
dei biellesi e possa essere di nuovo utilizzato per fornire un
servizio importante e fondamentale per la comunità".
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