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I funerali della vigilessa uccisa, i genitori: 'Chiediamo giustizia per lei'

I funerali della vigilessa uccisa, i genitori: 'Chiediamo giustizia per lei'

Sulla bara bianca la bandiera della pace e il cappello d'ordinanza

BOLOGNA, 05 giugno 2024, 18:24

Redazione ANSA

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Vigilessa uccisa: i genitori 'Chiediamo giustizia per lei ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Era una ragazza dolce, buona e aveva scelto questa professione perché la sua etica era avere cura degli altri. Ha indossato la divisa con grande entusiasmo, noi ricorderemo sempre Sofia in questo modo e chiediamo giustizia per lei, solo questo". A parlare così, fuori dall'obitorio della Certosa di Bologna, è Angela Querzè, la mamma di Sofia Stefani, la vigilessa 33enne uccisa il 16 maggio ad Anzola dell'Emilia.

   Del delitto è accusato l'ex comandante della polizia locale e collega della vittima, Giampiero Gualandi.

   Una folla di amici, parenti e istituzioni ha dato l'ultimo saluto alla ragazza, prima alla camera ardente in Certosa e poi nell'Abbazia dei Santi Nicolò e Agata a Zola Predosa, il paese dove Sofia viveva ed era cresciuta.

   Sulla bara bianca, accanto ai fiori con i nomi dei genitori e del fidanzato Stefano, una bandiera della pace e il suo cappello da agente di polizia locale. "Le volevo una quantità non misurabile di amore. Era una ragazza splendida e generosa, molto dedita a questo lavoro che le è costata la vita - ha detto fuori dalla chiesa il padre, Bruno - mai avrei pensato che proprio un lavoro deputato alla massima sicurezza per i cittadini potesse rappresentare la massima insicurezza per lei. Purtroppo è un dramma di cui credo bisognerà cercare di capire le cause".

   Anche il fidanzato di Sofia, Stefano Guidotti, sempre accanto ai genitori durante i funerali, ha chiesto sia fatta giustizia: "Mi aspetto che la giustizia riesca a dare conto della morte di una ragazza di 33 anni uccisa... uccisa con una pistola, con un colpo sul viso a 33 anni. Qualcosa che è difficile anche solo da concepire, ma è successo e la giustizia deve rendere conto di questo". 

   Nel giorno del funerale è arrivato anche il messaggio dell'arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi,che lo ha affidato a don Gino Strazzari, il parroco della chiesa di Zola che ha officiato le esequie insieme a don Graziano Pasini, sacerdote di Anzola: "Perdono e giustizia sono complementari e per Sofia Stefani chiediamo giustizia, che non può restituire la vita - ha scritto Zuppi - ma è importante perché la fragile vita di ogni persona, e specialmente delle donne, sia rispettata".

   Alla cerimonia funebre ha partecipato, oltre a rappresentanti delle istituzioni locali e ai sindaci delle due cittadine colpite dalla tragedia, anche l'attore Alessandro Bergonzoni, che al termine della messa ha letto, con accanto i genitori di Sofia, la poesia 'Il figlio', di Pablo Neruda.

   In ricordo di Sofia, la famiglia ha chiesto che eventuali donazioni siano indirizzate ad alcune associazioni benefiche con le quali la figlia collaborava: Malala, gli occhi delle donne sulla pace; Casa delle donne per non subire violenza; Portico della Pace; Cucine Popolari 
   

Le indagini per l'omicidio

È durato poco più di tre ore, alla presenza delle parti, l'accesso con sopralluogo nell'ufficio del comando della polizia locale di Anzola Emilia dove il 16 maggio è stata uccisa con un colpo di pistola l'ex vigilessa Sofia Stefani. A disporre l'accertamento la Procura di Bologna, nell'ambito dell'indagine per l'omicidio volontario aggravato della 33enne, di cui è accusato l'ex comandante e collega della vittima, Giampiero Gualandi, attualmente in carcere.

   "Sono state fatte foto ed eseguiti alcuni rilievi - ha spiegato l'avvocato Claudio Benenati, che assiste Gualandi -. Posso dire che sono emersi alcuni elementi nuovi e importanti. Ora aspettiamo gli esiti finali dell'autopsia e della perizia balistica".

   Al sopralluogo hanno partecipato i consulenti balistici nominati dalle parti (i familiari della vittima sono assistiti dall'avvocato Andrea Speranzoni), il medico legale incaricato dalla Procura di eseguire l'autopsia (dottoressa Valentina Bugelli di Parma), i carabinieri del Ris di Parma e quelli di Anzola, che si stanno occupando delle indagini.

   In mattinata si è svolta anche l'udienza davanti al Tribunale del Riesame, presieduto dal giudice Roberto Giovanni Mazza, dopo il ricorso presentato dal legale dell'ex comandante Gualandi.
L'avvocato Benenati ha chiesto di annullare il provvedimento di carcerazione o in alternativa i domiciliari per il suo assistito. Gualandi non era presente.

   La Procura ha presentato nuovi documenti, tra cui alcuni verbali dei colleghi dell'ex comandante e della vittima. Al termine dell'udienza, durata circa due ore, il Tribunale del Riesame si è riservato sulla decisione. 

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