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Da rifugiato a vignaiolo, viti toscane in Africa

Da rifugiato a vignaiolo, viti toscane in Africa

Francois Desirè Bazie produrrà vino in Burkina Faso

FIRENZE, 17 giugno 2024, 17:51

Redazione ANSA

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Francois Desirè Bazie  da rifugiato a vignaiolo, viti toscane in Africa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francois Desirè Bazie da rifugiato a vignaiolo, viti toscane in Africa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sangiovese, vermentino toscano e Massaretta, ma anche cabernet e merlot: un vigneto tutto toscano sorgerà in Burkina Faso, nel cuore dell'Africa. È l'iniziativa di Francois Desirè Bazie, imprenditore italo-africano che da rifugiato è diventato vignaiolo.

   Fuggito nel 2008 dalla Costa d'Avorio, ma originario del Burkina Faso, Bazie sta piantando, e sta insegnando a farlo a tanti giovani sui connazionali, le prime barbatelle e il suo sogno è produrre vini africani con vitigni autoctoni toscani, che lui conosce bene, nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou, creando i presupposti per una alternativa concreta e solida al fenomeno delle migrazioni che sta svuotando il paese.

   Ex rifugiato politico, 44 anni, in Italia, prima in Piemonte poi in Toscana, ha imparato a prendersi cura delle viti e a produrre ottimi vini. Bazie è oggi titolare dell'azienda 'InCandiaBio' che ha fondato, e produce vino del Candia dei Colli Apuani Doc, insieme alla ricercata moringa, un 'superfood' africano che assomiglia all'acacia e che gli è valso, nel 2020, l'Oscar Green di Coldiretti.

   "Sono tornato nel mio Paese di origine per aiutare i miei connazionali grazie al Governo che ha concesso l'utilizzo di queste terre - spiega - voglio insegnare quello che ho imparato in Italia sull'agricoltura e sulle viti e sull'agricoltura in generale. In Italia ho trovato ospitalità e gente per bene che mi ha insegnato molto. Se oggi sono quello che sono, un imprenditore agricolo, molto lo devo alle persone che ho incontrato. Il Burkina Faso è un Paese in via di sviluppo, con grandi potenzialità e risorse, che sta purtroppo perdendo la generazione che dovrebbe costruire i pilastri del nostro futuro. Creiamo qui le condizioni perché restino ma anche perché tornino".

   "Ho portato dall'Italia le barbatelle di vermentino, sangiovese, massaretta, cabernet e merlot - aggiunge Bazie - che sto piantando insieme ad un gruppo di giovani che partecipano al progetto. Costruiremo una cantina e produrremo qui il primo vino con vitigni toscani per il mercato africano. Ora c'è un pezzo della Toscana nella mia terra di origine".

   A livello nazionale, fa sapere Coldiretti Toscana insieme a Bf, Filiera Italia e Cai (Consorzi agrari d'Italia) è stato promosso uno dei progetti del Piano Mattei per l'Africa del Governo italiano che prevede la coltivazione di oltre 40mila ettari tra Algeri, Angola, Egitto e Ghana.
   

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