La Guardia di Finanza di Bologna,
insieme al Servizio centrale criminalità organizzata e con il
supporto dei comandi provinciali di Napoli, Caserta, Benevento e
Cosenza, ha eseguito una confisca di circa 100 milioni emessa
dalla Corte di appello di Napoli, un patrimonio di società dei
settori dell'edilizia e immobiliare.
I beni sono risultati nella disponibilità di due imprenditori
di origine campana, Antimo Morlando e Emanuele Di Spirito,
condannati in via definita, a vario titolo, per concorso esterno
in associazione di tipo camorristico e trasferimento fraudolento
di valori anche aggravato dal metodo mafioso, ritenuti vicini ai
clan Puca e Perfetto.
La confisca è l'epilogo di indagini della Dda di Napoli, dopo
un monitoraggio su investimenti immobiliari sospetti fatti in
Emilia-Romagna, nelle province di Bologna e Ravenna, da soggetti
apparentemente privi di qualsiasi capacità reddituale: è stato
documentato un complesso di società - formalmente intestate
a soggetti compiacenti, ma di fatto gestite dai due imprenditori
(nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere e Secondigliano) -
strumentalmente impiegate per operazioni speculative immobiliari
al fine, tra l'altro, di agevolare gli investimenti di alcuni
clan e il reimpiego di provviste illecite, in maniera da
consentire alle stesse organizzazioni criminali di trarre
ingenti guadagni.
I clan, agendo all'ombra di imprese apparentemente pulite,
reinvestivano così nel circuito legale i proventi delle attività
immobiliari. Sono stati assicurati allo Stato 161 beni immobili,
tra fabbricati e terreni nelle province di Napoli, Caserta,
Benevento e Cosenza, 25 autoveicoli, 7 rapporti bancari attivi e
16 quote di partecipazione societarie, per un valore di 100
milioni di euro.
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