"Volontà di proteggere l'integrità fisica e psichica di Hjorth, nel tentativo di riportarlo alla calma e di meglio compiere gli atti di polizia giudiziaria".
È questa, secondo i giudici del Tribunale di Roma, la condotta tenuta dal carabiniere Fabio Manganaro accusato di misura di rigore non consentita dalla legge per aver posto una benda sul viso di Gabriel Natale Hjorth fermato nell'ambito delle indagini per la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
I
magistrati lo scrivono nelle motivazioni con cui hanno assolto
il militare dell'Arma il 26 aprile scorso.
Per i giudici quanto compiuto dell'imputato non è stato
accompagnato dalla "coscienza e volontà di realizzare una
condotta criminosa, vale a dire di determinare consapevolmente
un significativo peggioramento della restrizione della libertà
personale e magari anche di umiliare il fermato per fini
vendicativi o di impedire a Natale Hjorth di riconoscere gli
altri militari che lo stavano insultando o minacciando".
Nelle motivazioni si aggiunge che Manganaro ha "sì adottato
oggettivamente una irrituale temporanea misura di maggior
rigore" ma ha "agito senza la volontà di modificare in senso
peggiorativo lo stato di restrizione in cui si trovava
legalmente Natale Hjorth".
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