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In vetrina profumeria kit per uso cocaina, polemica in Calabria

In vetrina profumeria kit per uso cocaina, polemica in Calabria

Proteste per 'provocazione commerciale'

CATANZARO, 26 agosto 2024, 14:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un vero e proprio kit per sniffare cocaina in bella mostra nella vetrina di un negozio di profumi di una nota località balneare del catanzarese. E' l'allestimento che ha fatto saltare sulla sedia Isolina Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà Ets, ente no profit attivo nel campo del disagio e del contrasto alle tossicodipendenze, e Giuseppe Raiola, presidente dell'Unicef provinciale e primario di pediatria a Catanzaro. "La storia della pubblicità, anche nel nostro Paese - affermano Mantelli e Raiola che hanno segnalato la vicenda - è costellata di campagne provocatorie finalizzate ad attirare l'attenzione fino ai confini del decoro e della liceità. Gli anglosassoni, che hanno un termine per tutto, hanno coniato 'Shockvertising', combinazione delle parole 'shock' (urto) e 'advertising' (pubblicità), per fare riferimento a quelle réclame in grado di creare un forte impatto emotivo nei destinatari. Tuttavia, davanti alla vetrina di un negozio di profumi, sul corso di una nota meta turistica che in questi giorni espone in bella mostra un vero e proprio kit per sniffare cocaina, con tanto di banconota da cento euro arrotolata, non possiamo rimanere in silenzio".
    "Per il ruolo che svolgiamo e le battaglie in cui crediamo, e per cui siamo schierati ogni giorno - aggiungono Mantelli e Raiola - non possiamo voltare lo sguardo dall'altra parte, derubricando la discutibile scelta di allestire la vetrina per pubblicizzare un profumo usando un messaggio equivoco che diventa un'allusione alla normalizzazione dell'uso della droga".
    E le reazioni non mancano. Per Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del sindacato Fsp Polizia di Stato "inaccettabile è l'unico aggettivo che si può attribuire alla scelta di un esercizio commerciale. Non ci interessa trovare alcuna giustificazione di marketing e, soprattutto, non ci interessano le spiegazioni". Anche per il segretario provincia del Nuovo sindacato carabinieri, Domenico Galeone, "non possiamo restare fermi a guardare mentre ancora una volta si delegittima il lavoro di uomini e donne in uniforme inneggiando al più grande dei crimini del nostro secolo, il consumo e lo spaccio di stupefacenti".
   

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