Le scuole materne cattoliche corrono ai ripari, e annunciano che la Fism - la loro federazione - è al lavoro su un codice etico per i docenti per evitare "comportamenti contrari al patto educativo'.
Non lo nomina la Fism, ma il casus belli è quello della maestra d'asilo trevigiana Elena Maraga, 29 anni, sospesa dall'insegnamento dopo che i genitori dei suoi alunni hanno scoperto che aveva aperto un profilo su OnlyFans.
La donna è stata sospesa dall'impiego e dallo stipendio, ed ora - in attesa dei possibili suoi passi difensivi - la Fism, Federazione delle scuole dell'infanzia paritarie, non-profit, cattoliche o di ispirazione cristiana, ha annunciato che sta elaborando un codice etico per i dipendenti degli istituti. Questo già prima che scoppiasse il caso di Treviso. - "Abbiamo iniziato a lavorare già da 2/3 mesi a un codice etico rivolto a tutti dipendenti delle nostre scuole - ha spiegato Luca Iemmi, presidente della Fism - Al di là del caso specifico, ci sono altre problematiche che riguardano social, dichiarazioni o comportamenti che a volte possono essere in contrasto con il patto educativo che le nostre scuole hanno sottoscritto con i genitori". Iemmi ha quindi sottolineato che da parte della Fism non si "vuole ridurre lo spazio individuale delle persone, ma il codice è un insieme di principi di correttezza, buona condotta e imparzialità da tenere per salvaguardare l'immagine scuola e soprattutto il patto educativo tra scuola a famiglia". La vicenda ha destato reazioni nel mondo della politica e in quello sindacale.
Da Treviso, la Cgil ha puntualizzato che "chi intende licenziare la maestra non ha la legge dalla sua parte. Nel contratto non c'è alcun punto che vieti di fare qualsiasi cosa nel tempo libero dagli impegni, e se questa cosa è legale nessuno può contestare".
"In assenza di un codice etico fatto proprio dal contratto della scuola e sottoscritto dall'interessata all'assunzione - osserva il segretario della Cgil Flc territoriale, Alvise Sponza - non ci sono rilievi da muovere alla lavoratrice. Tantomeno, inserito a posteriori, un codice di comportamento potrebbe essere retroattivo". La donna, intanto, dopo l'esposizione mediatica, ha scelto il silenzio. Ieri, intervistata dal Corriere del Veneto, si era detta "amareggiata" da tutta la vicenda.
"Non lascerò mai io la scuola - aveva dichiarato al quotidiano - non mi licenzierò mai io per prima, per principio. Sono ancora in attesa di capire come si concluderà questa vicenda, che comunque mi amareggia molto".
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