Le tinte accese, rosso e blu, di chi prende la vita di petto. O i toni più cupi, nero e oro, di chi si guarda dentro. E poi la forza delle spatolate date a istinto.
Ci sono tanti modi per affrontare i ''graffi'' della vita. ''Io - dice Alessandra Mussolini - invece delle sedute analitiche o di farmi venire l'herpes, ho scelto le tele''. È così che l'Eurodeputata di Forza Italia, tre figli, un nonno come il Duce e una zia come Sofia Loren, oggi membro della Commissione Libe dove per la Comunità Europea si occupa di terrorismo e sicurezza, si è ritrovata pittrice. Per di più subito al debutto con una personale intitolata proprio 'Graffi', dal 5 all'8 febbraio alla Galleria Plus Arte Puls di Roma.
''Non lo avrei mai pensato - ammette con l'ANSA - Evidentemente avevo un bisogno di esprimermi che è venuto fuori.
È qualcosa che parte da dentro, anche violento, che non puoi fermare''. Tutto è accaduto per caso. ''Mai preso un pennello in mano - racconta - A scuola, a educazione artistica, non ero brava, non sono un'appassionata d'arte e l'idea della tela bianca da riempire mi ha sempre turbato. Un giorno di settembre, però, sono uscita con mio figlio Romano e ho comprato tele e colori''.
Così oggi, nella nuova vita da pendolare Roma-Bruxelles, racconta: ''guardo in modo diverso il paesaggio delle città. I palazzi che dipingo raccontano una solitudine, perché sono vuoti, senza un'anima. È la vita: poca realtà su un mare di astrattismo. I graffi sulla tela è quello che ti accade, nel bene e nel male. Dipingo per me - prosegue - e il risultato mi ha sorpresa perché sono riuscita a ritrarre quelle che vedo come periferie dell'animo umano. Ma mai pensato di mostrare i miei quadri, ne' di venderli: sono come figli e solo mia mamma ne ha uno in 'affido'. Alla mostra, li accompagnerò personalmente, in macchina, come fossero i miei bambini''. Paura dei giudizi? ''Un conto è il parere dei figli, un conto quello di un mondo che non conosco - conclude - L'importante però è che quando dipingo mi sento bene. E che finalmente ho superato il disagio della tela bianca''.
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