Oltre 10 minuti di applausi, sentiti, emozionati, affettuosi. E alla fine monsieur Moretti ha ceduto all'emozione, visibilmente commosso dall'accoglienza che aveva sperato e che pure in un certo senso si aspettava. Buona già alle proiezioni stampa e calorosa stasera alla premiere al Grand Theatre Lumiere. Mia madre è passato in concorso sabato accompagnato dal regista e dai suoi attori Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Beatrice Mancini. Prematuro pensare ai premi del Palmares anche se Moretti con affetto ha detto che ''Margherita ha già vinto''. E' il clima di Cannes che è favorevole al cinema di Moretti ma non è solo quello. ''Quando vieni a Cannes ti rendi conto di come è trattato il cinema da parte di tutti, giornalisti, critici, produttori, politica, c'è un'attenzione grande, c'è tanta allegria, ma anche tanta serietà. Invece in Italia - ha detto in un'intervista all'ANSA il regista - c'è tanta mestizia e tanta sciatteria. Torni in Italia contento per aver visto che tutto questo è possibile ma anche dispiaciuto per come sai che è nel tuo Paese''. Moretti aveva sottolineato che tre film italiani in concorso, con lui, Garrone e Sorrentino, sono ''un gran bello exploit ma di singoli, manca un sistema Italia, da noi c'è molta distrazione intorno al cinema sia come fenomeno artistico che industriale ''. Una frase questa che ha avuto la reazione dal ministro Dario Franceschini: ''Ha ragione: in Italia ci sono stati anni e anni di disattenzione e di scarso interesse per il cinema italiano. E' stato così per troppo tempo ma le cose ora sono cambiate e le azioni poste in essere in questo anno di governo hanno invertito questa tendenza: io sono orgoglioso delle cose fatte per 'il sistema cinema' e per aiutare i giovani talenti''.
A Cannes per Moretti è una passeggiata - per la settima volta è in concorso dai tempi lontani di Ecce Bombo a quelli più recenti della giuria presieduta nel 2012 passando per la Palma d'Oro per La stanza del figlio nel 2001 - il regista di Caro Diario si sente protetto dal fatto che ''la platea internazionale vede il mio film e basta e lo giudica per quel che è. Non ci sono interferenze come accade in Italia dove oltre al mio film entra in ballo il mio personaggio pubblico, le mie posizioni politiche, le interviste che do, il tasso di simpatia/antipatia, il calore o la freddezza verso i giornalisti. In Italia ci sono tanti elementi in più quando si vede un mio film, qui è un film e basta''.
Le reazioni in sala, durante il film e poi alla fine con tutti a far scendere le lacrime, non lo hanno sorpreso: ''si piange, si ride, come sempre nei miei film sin dall'inizio della mia carriera. Non è una strategia a tavolino, è il mio modo di raccontare la vita e le persone. Per me il cinema è questo, fare buoni film e possibilmente innovativi, film che non ti sembra di aver visto già 300 volte. E non penso che ci siano argomenti privilegiati, di serie A o serie B, qualsiasi tema può portare a un brutto film o a un bel film''.
Questo Mia Madre, prodotto dalla Sacher con Fandango, Le Pact, già uscito in Italia un mese fa da 01, mette al centro la malattia e la scomparsa della madre dei due protagonisti Giovanni (lo stesso Nanni) e Margherita (Buy), di mestiere regista in un gioco di rimandi anche personali con la biografia di Moretti che ha perso recentemente la madre, una professoressa di lettere antiche. ''C'e' molto di me in Margherita, anche se ho sempre pensato come protagonista a una donna, alla stessa Buy mentre scrivevamo. Giovanni invece è il Nanni che vorrei essere. Margherita ha quelle spigolosità, quel nervosismo, quel senso di inadeguatezza, non è accudente, accogliente, brava a tenere insieme tutte le cose, piuttosto fatica, sta sempre da un'altra parte rispetto a dove è in quel momento, pensando con urgenza ad altro'', racconta Moretti. E' un film su un lutto certo, ma anche ''un film anche su ciò che resta qui tra noi vivi su questa terra, i libri, gli scatoloni, il latino, i ricordi''. E' riassunto nella frase finale: Mamma a cosa stai pensando? A domani.
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