Luca De Filippo, che aveva interrotto da poco le repliche di Non ti pago, è morto nella sua casa romana. Aveva 67 anni, ed era figlio di Eduardo alla cui opera si era sempre dedicato (SCHEDA SU ANSA CINEMA).
''Luca era consapevole e fiero di essere l'erede di terza generazione di una famiglia che ha fatto la storia del teatro italiano e, nella figura di Eduardo, del teatro mondiale''. Lo scrive in una nota la famiglia. Lo assistevano la moglie, Carolina Rosi, i figli Matteo, Tommaso e Luisa. ''Questa inattesa scomparsa - aggiungono - getta tutti nello sgomento e priva il teatro italiano di uno dei suoi più sensibili interpreti e di un custode appassionato e creativo di quella tradizione drammaturgica e attoriale che da Napoli ha saputo conquistare i più vasti successi in Italia e nel mondo. Convinto del valore sociale del teatro, uomo generoso, Luca è stato sopratutto attento agli aspetti umani, nel lavoro con la sua compagnia, creando intorno a sè una comunione di intenti artistici speciali ed importanti''. ''Si potrà salutare Luca al Teatro Argentina di Roma (largo di Torre Argentina, 52) lunedì 30 novembre dalle ore 14.00 alle ore 18.00; alle ore 16.30 verrà ricordato dai suoi amici. Niente fiori, ma solidarietà alla Fondazione Onlus "Il meglio di te"- IBAN: IT29T0329601601000064225509 causale: "Donazione, progetto prescelto: progetto Nisida''.
Renzi ricorda Luca, applauso Pergola Firenze - Un grande applauso per ricordare Luca De Filippo. Lo ha chiesto e ottenuto il premier Matteo Renzi al teatro della Pergola dove stamani il presidente ha aperto la Festa della Toscana (che celebra l'abolizione della pena di morte nel 1786 da parte del Granduca Pietro Leopoldo). "Eduardo de Filippo debuttava sempre alla Pergola, mi piace ricordare oggi il figlio Luca", ha detto Renzi chiedendo al pubblico di applaudire l'artista scomparso per omaggiarlo. "Noi abbiamo molto bisogno di bellezza cultura e teatro. Il teatro è luogo di magia e sogno", ha aggiunto. Renzi ha anche ricordato la figura di Antonio Meucci, inventore del telefono, che fu macchinista alla Pergola, dove effettuò i suoi primi esperimenti.
Non deve essere stato facile per Luca De Filippo uscire dall'ombra di un padre come Eduardo, ma nel tempo è riuscito a dimostrare di avere personalità e alte qualità proprie, pur senza mai smettere di portare avanti e riproporre il lavoro del padre, alternandolo con testi del teatro classico e contemporaneo. Scomparso all'età di 67 anni, dopo breve e grave malattia, aveva appena festeggiato i 60 anni in palcoscenico, essendoci salito la prima volta a sette anni, nel 1955, come Peppeniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta, diretto dal padre, anche se il suo vero debutto avvenne a vent'anni, ne Il figlio di Pulcinella di Eduardo con regia di Gennaro Magliulo, usando lo pseudonimo di Luca Della Porta e iniziando una carriera lunga e intensa.
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Certo, con gli anni era andato, pur se un po' più in carne, sempre più assomigliando fisicamente a Eduardo, ma riusciva a mettere una sua nota nelle rivisitazioni delle commedie del padre da quando aveva fondato nel 1981 la propria compagnia teatrale, con cui scelse di confrontarsi anche con molti dei grandi maestri della storia del teatro: da Molière a Pinter, a Beckett, da Scarpetta a Pirandello.
Nei personaggi Luca metteva una nota sottile in più di cattiveria, di nera ironia, rispetto a Eduardo, un disincanto più dolente che doloroso legato alla sua continua indagine sull'essenza e la solitudine dell'uomo, animale comunque sociale nel bene e nel male. La sua fisicità si fondeva con il modo d'essere e parlare, con un coinvolgimento di tutte le articolazioni, con un ricco uso delle espressioni e gli sguardi, con la capacità asciutta di restare comunque sempre vero, e assieme mostrare un'umanità colpita dalla sorte e che non trova più pace. Nella sua carriera ha firmato anche regie liriche e partecipato a sceneggiati tv, compresi quelli di suo padre, e film, lavorando tra gli altri con la Wertmuller (una volta accanto a Sofia Loren), Squitieri, Castellitto, Muccino. Col padre aveva lavorato dal 1969 al 1980, e poi questi, per altri due, tre anni, firmò le regie dei suoi spettacoli. ''Non ho fantasmi di cui liberarmi - rispondeva a chi lo interrogava sul rapporto col padre - Con Eduardo abbiamo avuto le nostre litigate. Ma averlo avuto accanto è stato un privilegio di cui sono orgoglioso, come lo sono di appartenere a una famiglia che fa teatro da tre generazioni''. Per Luca quello dell'attore era un mestiere ''duro, selettivo, cattivo'', ma questo non lo aveva dissuaso dall'insegnare recitazione ai ''ragazzi del san Ferdinando'' come li chiamava, mentre ora aveva appena accettato di dirigere la scuola dello Stabile napoletano. E' dal 2008 che era presidente della Fondazione Eduardo De Filippo, nata in seguito alla donazione del Teatro San Ferdinando alla città di Napoli da parte della famiglia De Filippo. Fondazione che persegue finalità culturali ed è attiva in ambito civile e sociale a favore di ragazzi a rischio per i quali appunto Luca si impegna, come già suo padre, promotore della legge regionale n. 41 del 1987, nota come ''legge Eduardo''.
Negli anni '80 dirige e interpreta da Uomo e galantuomo a Non ti pago e Ditegli sempre di sì, ma realizza anche un'opera di Pasquale Altavilla 'A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière e, nel 1990, dirige Umberto Orsini ne Il piacere dell'onestà di Pirandello, con cui poi lavorerà anche a L'arte della commedia di Eduardo. Per la regia di Armando Pugliese interpreta O' scarfalietto, Ogni anno punto e daccapo, Questi fantasmi - che segna l'inizio della lunga collaborazione con Enrico Job - e Tartufo di Molière. Negli anni '90 presta nuova attenzione al teatro contemporaneo e, oltre a misurasi con autori italiani, interpreta e firma la regia di lavori che vanno da L'amante di Harold Pinter a Il suicida di Nicolaj Erdman e Aspettando Godot di Samuel Beckett. Nel 2002-03 interpreta La palla al piede di Georges Feydeau, regia di Armando Pugliese, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, con la quale cura traduzione e adattamento e che dieci anni dopo diverrà sua moglie e gli sarà a sempre accanto nella vita come in scena. Nel 2003 è anche protagonista per la prima volta di una regia di Francesco Rosi, col supporto del quale affronterà alcuni dei grandi testi calssici di suo padre, ottenendo grandi successi personali a partire da Napoli Milionaria! sino a Le voci di dentro e Filumena Marturano accanto a Lina Sastri. Nel 2010 Luca torna alla regia con ''Le bugie con le gambe lunghe'', di cui è anche interprete, come pure, nel 2012, de La Grande Magia. A dicembre del 2013, riprendendo a recitare dopo una grave malattia di cuore, mette in scena Sogno di una notte di mezza sbornia per la quale Eduardo si ispirò a La Fortuna si diverte, di Athos Setti. Quest'anno aveva invece debuttato con ''Non ti pago'', le cui recite si sono interrotte a Novembre. ''Ha da passà 'a nuttata'' diceva Eduardo, ma questa volta per Luca non passerà più e si avvertirà la mancanza sua e della sua compagnia, diventata un appuntamento amato e atteso a ogni stagione dagli spettatori di tutta Italia.
Una recente intervista a Luca De Filppo - VIDEO
"Quando muore un artista figlio di artisti come Luca c'è un grande dolore e si rimane senza parole". Renzo Arbore, commosso, commenta così, raggiunto dall'ANSA, la scomparsa di Luca De Filippo.
Nel giorno della morte di Luca De Filippo, prima del concerto di Pinchas Zukerman e Amanda Forsyth, il Teatro di San Carlo si raccoglie in un minuto di silenzio, per il dolore per la prematura ed improvvisa scomparsa dell'attore. "Il rapporto con Luca De Filippo, professionale e personale, risale a moltissimi anni fa ed è legato alla mia lunga esperienza al Piccolo Teatro di Milano. Ogni stagione teatrale ne vedeva il nome in cartellone e averlo regolarmente ospite al Piccolo rinnovava quell'amicizia tra Milano e Napoli, che già il padre aveva sancito con un protocollo tra il San Ferdinando e il Piccolo Teatro", scrive in una nota Rosanna Purchia, sovrintendente Teatro di San Carlo "Il Teatro di San Carlo apprende con grande tristezza la notizia della sua scomparsa, ricordando gli appuntamenti recenti, in cui lo abbiamo avuto ospite, tra il pubblico, e poi gli incontri che avevamo programmato, in vista di progetti futuri", aggiunge Purchia. "Uno dei ricordi più belli e più recenti di Luca risale alla stagione 2010/2011, quando, con grande generosità, diede al nostro Teatro - conclude - un testo inedito di Eduardo, Padre Cicogna, un racconto sinfonico per quattro voci, voce recitante e orchestra, musicato e diretto da Nicola Piovani, e a cui lui diede voce. Si tratta di una grave perdita, non solo per Napoli".
Il Sindaco Luigi de Magistris ha disposto la proclamazione del lutto cittadino a Napoli nel giorno dei funerali di Luca De Filippo in segno di profondo cordoglio per la scomparsa di un grandissimo maestro del Teatro nazionale.
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