A pochi giorni dall’inaugurazione, il prossimo 21 aprile, di Triumphs and Laments, il grande progetto di William Kentridge sulle sponde del Tevere (LEGGI) il MAXXI rende omaggio al grande artista sudafricano, protagonista di una importante personale nel 2012, con l’esposizione dei sei lavori che fanno parte della Collezione permanente del museo. (Roma capitale della Street Art - MAGAZINE)
A partire dal grande arazzo di North Pole Map (2003) in cui grandi personaggi in cammino evocano il viaggio della vita ma anche le migrazioni dei popoli. Preparing the flute (2004 – 2005) ripropone in scala la scenografia del Flauto Magico di Mozart con regia di Kentridge presentato al Teatro dell’Opera di Bruxelles nello stesso anno, in una rilettura conciliativa di arte e teatro come strumenti di rigenerazione. Ancora teatro in Zeno Writing (2002), video installazione fatta di ombre, animazioni, accumulo di immagini, musica che si ispira al famoso personaggio di Italo Svevo. I carboncini di Flagellant (1996-1997) e Untitled (2001) presentano una riflessione sul corpo a cui Kentridge dedica molta attenzione, poiché diventa strumento di racconto per il tema della sofferenza e del disagio della condizione umana nei confronti del potere. Infine Cemetery with Cypresses, 1998, carboncino ispirato a Il ritorno di Ulisse di Claudio Monteverdi, ambienta il ritorno dell’eroe acheo in un ospedale di Johannesburg.
Artista, regista teatrale e di film di animazione, con il suo lavoro Kentridge affronta temi come le barriere razziali, gli abusi sociali, le aspirazioni libertarie degli oppressi, connessi alla segregazione razziale di cui è stato per anni testimone.
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