È scomparso da dieci anni portando con sé tutti i misteri che il genio artistico può lasciare inesplorati. Syd Barrett oggi avrebbe settant'anni e forse continuerebbe a vivere lontano dai riflettori, come ha fatto negli ultimi decenni della sua esistenza. Il "crazy diamond" dei Pink Floyd, il padre della band britannica che ha fatto la storia del rock, è stato la sintesi perfetta del genio e di un disagio mai perfettamente compreso dagli altri, malgrado l'affetto dei fan, che non hanno mai smesso di recarsi a Cambridge con la speranza di poterlo incontrare, e il legame profondo con i suoi compagni di viaggio, primo fra tutti Roger Waters, che a pochi giorni dalla sua dipartita tra le lacrime, durante un concerto a Lucca, gli ha dedicato una versione struggente di "Wish you were here". A ripercorrere la vita artistica e interiore del "guerriero indomito, che aveva scelto di diventare pazzo per dare un senso metafisico a una musica che ancora oggi appare straordinariamente innovativa, arriva - dopo le anticipazioni di un anno fa - la biografia "Syd Diamond, un genio chiamato Barrett" del giornalista Mario Campanella, edita da Arcana e uscita nelle librerie nei giorni del tour italiano di David Gilmour, dal risuonare delle note di "Shine on you Crazy Diamond" tra Roma, Pompei e Verona.
Campanella rende omaggio all'"uomo che tra la ricchezza e l'immensità della gloria aveva scelto la seconda opzione", trascrivendo interviste a persone che Syd Barrett aveva incontrato lungo la sua strada, tra cui suo nipote Ian, e approfondendo i comportamenti dell'artista, spesso associati a disturbi di schizofrenia, bipolarismo o epilessia. "Le ricerche che ho svolto, per lungo tempo, attraverso documentazioni originali, confronti, colloqui con eminenti psichiatri, - scrive il giornalista - portano invece alla conclusione che egli soffrisse di una forma particolare di Asperger, una condizione dello spettro autistico che spesso si accompagna alla normalità, ma che fu portata all'ennesima potenza (nel suo caso) dall'uso disinibito di droghe pesanti". Una ricerca che consente alle migliaia di fan di ieri e di oggi di sciogliere il "gomitolo nel quale si addensano i dogmi della genialità e della irrequietezza" del musicista, talvolta confusi con atteggiamenti di pura trasgressione. "Le sinapsi della storia possono essere intellegibili fino a un determinato punto, ma poi mostrano la loro pienezza", scrive Mario Campanella: la sua biografia vuole dare un contributo alla memoria di Syd Barrett, gettando luce sulla vulnerabilità, sullo smarrimento e sui misteri che avvolgono il geniale musicista spentosi il 7 luglio del 2006 per un tumore al pancreas, ma consegnato all'eterna sopravvivenza della storia.
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