È stata la prima donna italiana a dirigere l'Opera di Vienna. A gennaio di quest'anno è stata applaudita a Roma, con il Così Fan Tutte di Mozart di scena al Costanzi, a febbraio è stata la prima donna della storia a dirigere l'orchestra per il Ballo dell'Opera di Vienna. Senza contare i tanti altri impegni per il mondo, che fanno di lei uno dei giovani talenti più apprezzati dell'attuale panorama musicale. Prima di un incontro con la direttrice d'orchestra Speranza Scappucci, ci si aspetta di avere a che fare con una persona posata e formale, così come la si vede sul podio, nel suo smoking rigorosamente firmato Giorgio Armani. E invece no: la quarantatreenne musicista - che ha iniziato a suonare il pianoforte a cinque anni ed è entrata al Conservatorio di Santa Cecilia a dieci, per poi intraprendere la carriera di direttrice negli Stati Uniti - si presenta sorridente e radiosa, autorevole nel presentare il suo talento e la sua professione ma, al tempo stesso, umile e alla mano. Quando le si chiede di elencare gli altri primati che ha conquistato come direttrice d'orchestra, deve fare mente locale. "Essendo ancora poche le donne che dirigono, mi capita spesso di essere la prima, - spiega in un'intervista all'ANSA - per esempio, di recente sono stata nominata direttore principale all'Opera di Liegi e credo di essere la prima donna". Ma le ragazze si stanno facendo strada nelle orchestre e Speranza Scappucci non ha dubbi che la carriera nella musica non abbia più ostacoli per il genere femminile. Spera di essere, per loro, un esempio: "Le nuove generazioni, le bambine di oggi, che vedono persone come me che intraprendono questa professione, crescono con l'idea che sia un percorso che una donna può fare. Essere un modello per le ragazze mi onora molto".
Lei comunque non ha bisogno di dimostrazioni, non è legata alle etichette né si sente in gabbia nell'abito maschile. "Non penso - confida- che dirigerò mai con il vestito, scelgo l'abito in base allo stile ma anche alla comodità: il mio è un mestiere in cui bisogna essere comodi per muoversi". "Nel momento in cui dirigi non pensi a cosa ti sei messo, - aggiunge poi sorridendo - pensi solo a fare bene il mestiere". Oggi vive tra Vienna e New York, ma non crede che in Italia non sia possibile intraprendere una carriera come la sua: "Io ho studiato in Italia e ho iniziato la mia carriera in America, dove si valorizzano molto i giovani- sottolinea- ma sono sicura che, con il talento e le giuste opportunità, avrei fatto lo stesso percorso anche qui". La sua vita, racconta, "è stata sempre accompagnata dalla musica", compresa quella rock, pop e dei cantautori italiani, da George Michael ai Duran Duran, da Lucio Dalla a Fabrizio De André e al jazz. Negli ultimi tempi, però, quando non sale sul podio cerca il silenzio: "Quando si lavora così tanto le orecchie hanno anche bisogno di riposarsi", spiega.
Da qui a giugno, infatti, ha già l'agenda piena di appuntamenti. Un debutto francese, a Parigi, al Théâtre des Champs Elysées per un concerto di gala, poi a Basilea con l'Orchestra sinfonica di Basilea, per tornare all'Opera di Vienna a giugno e dirigere il Don Pasquale di Gaetano Donizetti.
Sarà in Italia il 23 giugno, a dirigere l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nel Cortile di Palazzo Pitti a Firenze.
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