A guardarla da vicino vien da chiedersi come possa quella voce uscire da un corpo così fragile. Lp, nome d'arte di Laura Pergolizzi, non tradisce le attese del pubblico nel suo primo concerto romano, che dà il via alle esibizioni estive in Italia. Basta che, nella prima parte dello show, arrivino le note di una delle sue hit, Other people, per spingere i fan sotto il palco della gremita Cavea dell'Auditorium, tra le proteste di alcuni spettatori e i vani tentativi degli uomini della sicurezza di far tornare tutti a sedere. Difficile rimanere fermi di fronte al rock della cantautrice newyorkese mano a mano che interpreta i brani del suo ultimo album, Muddy Waters, Thightrope, Up against me, Strange.
Tanto più che è lei stessa a voler sentire il calore del pubblico, spingendosi tra la folla, dispensando autografi volanti e mostrando divertita i regali ricevuti dai fan, come la bandiera tricolore che lascia per tutta l'esibizione, breve ma intensa, accanto a sé. L'italiano, nonostante le origini nel Mezzogiorno, non lo mastica affatto, ma per i supporter, che oltre ad apprezzare la sua musica spesso condividono anche le sue battaglie per i diritti Lgbt, non cambia molto. Lp, più che una star emergente, a 36 anni è una realtà.
Quattro album alle spalle, già tanti successi Oltreoceano dove ha sfondato come autrice e interprete molto prima che in Europa. La sua musica affonda le radici nella storia del rock: Elvis e i Beatles, i Rolling Stones e i Nirvana, sono alcuni dei nomi con cui è cresciuta, sostenuta dalla madre cantante lirica.
Le sue ballate ricordano le grandi interpreti anni '70, ma Lp non è rimasta ancorata al passato, capace come è di incursioni nel pop commerciale, come per i brani scritti per star del calibro di Rihanna, Rita Ora, Cristina Aguilera, Cher. Un grande successo commerciale è stato Lost on you, ultima canzone del concerto prima del bis, tratta dall'omonimo album del 2016, che ha scalato le classifiche di mezza Europa, trainata in Italia anche dallo spot della Tre. Riccioli neri a coprirle gli occhi, jeans e camicetta fantasia, sfoggio di anelli alle dita, Lp si muove sul palco senza timori, tra sorrisi, urletti mai fuori luogo e i caratteristici fischi che richiamano ogni volta un'ovazione del pubblico. Guida la band chitarra, basso e batteria, imbracciando a volte l'ukulele, suonando altre volte l'armonica, per ribadire che la sua stella polare è la musica d'autore americana.
La voce, inconfondibile, è la sua forza. Basta ascoltare gli ultimi lavori, usciti quest'anno come singoli (la ballata romantica Suspicion, poi Switchblade e When we're high), per capire che Lp non è una meteora. Il suo talento emerge dai brani del terzo album del 2014 Forever for now, meno noto in Italia, come Tokyo Sunrise, Levitator o Into the Wild, con cui saluta il pubblico. Un inno all'anticonformismo, un messaggio di libertà che la cantautrice lascia agli spettatori romani e porterà nelle prossime settimane a quelli di Cattolica, del Summer Festival di Lucca, di Grugliasco, Gardone Riviera, Pescara e Napoli.
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