E' un lungo, lunghissimo e ininterrotto coro a 17 mila voci quello che ieri sera ha "soffiato" sulle candeline dei 50 anni di carriera di Claudio Baglioni all'Arena di Verona.
Un'Arena tornata alle origini, a essere anfiteatro, con il palco "al centro" (definizione che dà anche il nome al tour) e il pubblico tutto intorno a incitare il divo e gladiatore Claudio, elegantissimo in completo scuro, gilet e camicia bianca, che non ha da combattere se non contro le emozioni di una vita volata via tra musica e parole.
Oltre tre ore, e sono solo sufficienti per intonare a squarciagola 33 delle oltre 400 canzoni scritte dal cantautore (ma almeno una per ognuno degli album pubblicati), di quello che lo stesso Baglioni (che se è emozionato non lo lascia vedere) ha definito "spettacolo totale" e che mescola discipline diverse, in un'atmosfera che si trasforma in sogno, circo, mercato, gabbia su un palco da 450 mq, sul quale si muovono 22 musicisti, oltre 100 performer, 26 ballerini. Il tutto orchestrato dalla perizia di Giuliano Peparini (alcuni dei quadri che accompagnano le canzoni, quasi rubano la scena al festeggiato: uno per tutti quello di Notte di note, note di notte).
Il via alla festa, rovinata sul finale da un intenso scroscio di pioggia che ha costretto il cantautore a interrompere lo show con un brano d'anticipo, lo dà Questo Piccolo Grande Amore del 1972, la canzone del secolo. Poi Porta Portese, Quanto ti voglio, Con tutto l'amore che posso, in rigoroso ordine cronologico rispetto a quando sono uscite.
E' un boato unico, mille luci colorate si accendono sugli spalti (per la prima volta, tutti rigorosamente numerati). Un tuffo nella storia collettiva, anche di chi in quegli anni non c'era ancora. Ma è un patrimonio di tutti. I ballerini e i performer entrano ed escono, senza artifici: il palco è lì, senza quinte, senza segreti. E' la volta di Amore bello, W l'Inghilterra, Io me ne andrei (tra bastoni luminosi che si alzano a far da prigione): sono i primi successi, quelli della giovinezza, quelli più "leggeri" che diventano piccoli musical. E lui, Claudio, sempre al centro. Scorrono gli album, scorrono gli anni: E tu, Poster, Sabato pomeriggio, Via, Strada facendo, i classici della sua discografia. Potenti e travolgenti le versioni di La vita è adesso e Mille giorni di te e di me. L'ultima parte del concerto è dedicata alle ultime produzioni, quelle delle maturità, dagli album Io sono qui (1995), Viaggiatore sulla coda del tempo (1999), Sono io - L'uomo della storia accanto (2003).
Stasera si replica, con diretta tv su Rai1 in prima serata, domenica terzo show all'Arena, poi appuntamento a metà ottobre per il via al tour nei palasport fino a fine novembre. La seconda tranche da marzo, dopo l'impegno come direttore artistico al festival di Sanremo.
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