Misteriose sfere, antichi tomi, librerie colme di volumi, imponenti candelabri, l'ingresso a una stanza delle meraviglie che custodisce misteri e incantesimi, e la natura che entra nel rifugio. Sono fra gli oggetti e le suggestioni nella 'casa delle streghe' allestita a Cinecittà, dove si stanno girando le ultime scene di Luna nera, la serie fantasy in sei puntate, ambientata nell'Italia del XVII secolo, prodotta da Fandango per Netflix. E' tratta da Le Citta perdute, primo libro, in uscita a novembre con Sonzogno, della trilogia di Tiziana Triana (anche cosceneggiatrice), Luna nera. Disponibile su Netflix dall'inizio del 2020, la serie, che racconta un mondo mistico e ribelle al femminile, perseguitato dai 'cacciatori di streghe', i Benandanti, è scritta e diretta da donne: firmano la regia Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Il cast unisce esordienti (otto i debutti) e talenti emergenti, come Antonia Fotaras, Giada Gagliardi, Adalgisa Manfrida, Lucrezia Guidone, Barbara Ronchi e Giorgio Belli, con grandi interpreti, anche della scena, come Manuela Mandracchia e Federica Fracassi.
"Per quanto la caccia alle streghe non sia raccontata nei libri di storia, chiunque sa di cosa si parli. E' la reazione di una comunità impaurita, aggressiva e odiante, che perseguita dei singoli o delle singole per quello che sono, in questo caso essere donne, e non per quello che hanno fatto - spiega Francesca Comencini, già fra i registi in tv di Gomorra -. Mi sembra che i riferimenti con la realtà politica e sociale di oggi siano evidenti. E' importante avere un punto di vista femminile e forse anche un po' femminista". Al centro della storia, c'è Ade (Fotaras), una levatrice di 16 anni accusata di stregoneria, che trova rifugio in una misteriosa comunità di donne al limitare del bosco. La ragazza dovrà scegliere fra l'amore impossibile per Pietro (Belli), figlio del capo dei Benandanti, e il proprio destino che potrebbe portarla a diventare una leader delle 'mistiche' compagne; senza dimenticare il potere della Chiesa e la minaccia dell'esercito dei 'Furiosi'. Nelle 16 settimane di riprese, si è girato anche in varie location del Lazio, come il castello di Montecalvello appartenuto negli anni '60 a Balthus. "Nel racconto - dice Susanna Nicchiarelli (Nico, 1988) - c'è l'elemento reale della persecuzione delle streghe, strage incontrollata durata secoli, di donne di cui non si comprendeva la diversità, ma mettiamo in scena anche la fantasia, con le protagoniste che sanno uscire dalla loro condizione di vittime della storia. Si uniscono, combattono e riescono a liberare le altre donne". Luna nera (entrata in produzione, prima dell'uscita del libro da cui è tratta, una novità per la tv italiana, ndr) "è un progetto rivoluzionario e entusiasmante - aggiunge Paola Randi, reduce dal Nastro d'argento per Tito e gli alieni - . Ci sono state fra tutte noi, grandissima libertà e compartecipazione". Non mancano action e effetti speciali, ma è soprattutto "un terroso e realistico fantasy - sottolinea Francesca Comencini -. Non c'è niente di più fantastico della realtà, soprattutto di quella di cui sono protagoniste le donne in momenti fondamentali come il venire al mondo o lasciarlo". La 'ribellione' passa anche per ambienti e costumi: "partendo dai quadri, che sono stati la nostra bibbia, abbiamo aggiunto una nota rock, moderna" dice la costumista Susanna Mastroianni. E nella scelta del cast "c'era la volontà di raccontare i personaggi femminili come soggetti - spiegano le autrici -, di mostrare le donne, in età, facce, corpi e una misurazione diversa di bellezza, che abitualmente non vediamo rappresentati". A volte "si ha paura di confrontarsi su terreni come questi, Luna nera è anche un atto di coraggio" dice il produttore Domenico Procacci e "riflette appieno la nostra strategia produttiva - sottolinea Felipe Tewes, Director of International Originals di Netflix per il territorio europeo ed africano -. Trovare filmmaker di grande talento che trasmettano una forte passione nella loro visione".
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