di Silvia Lambertucci
Le pentole in coccio con i resti
delle pietanze più prelibate, dal capretto alle lumache e
persino una sorta di "paella" con pesce e carne insieme. Il vino
'corretto' con le fave e pronto per la mescita. E un grande
bancone ad "elle" decorato con immagini così realistiche da
apparire quasi in 3d: una coppia di oche germane, uno strepitoso
gallo, un grande cane al guinzaglio sopra al quale un
buontempone aveva graffito un insulto omofobo. A Pompei, dove
gli scavi non si sono mai fermati neppure nei giorni del
lockdown, torna alla luce quasi intatto un Thermopolium, di
fatto una bottega di alimentari con smercio di street food,
genere molto amato dai cittadini della colonia romana. Tutto
quasi fermo nel tempo al giorno dell'eruzione, fissato
nell'eternità dal materiale piroplastico, che ne ha sigillato
gli straordinari colori e conservato elementi fondamentali per
ricostruire usi alimentari e abitudini dei romani di duemila
anni fa.
"Una fotografia di quel giorno nefasto", commenta in
un'intervista all'ANSA il direttore del Parco Archeologico
Massimo Osanna. E anche il ministro della cultura Franceschini
applaude, sottolineando il frutto del lavoro di squadra che si
sta facendo in questi anni a Pompei: "Un grande esempio per la
ripresa del Paese".
Collocato nella Regio V, davanti ad una piazza di grande
passaggio all'angolo fra il vicolo dei Balconi e la casa delle
Nozze d'Argento, il nuovo Termopolio era stata individuato e
parzialmente scavato nel 2019, quando era riemersa l'impronta
lasciata sulla cenere da uno dei grandi portoni in legno ed era
stato ritrovato il balcone del primo piano, insieme con una
prima parte del bancone, quella che si affacciava sulla piazza,
tra le più frequentate a Pompei, con la sua bella fontana in
marmo. Forse per alludere al monumento che si trovava
all'esterno, racconta Osanna, "quella prima parte del bancone
era decorata con un tema mitologico, una Nereide che cavalca uno
straordinario ippocampo dal corpo trasformato in un arcobaleno
di colori". Ma sono stati gli scavi successivi, arrivati al clou
nelle scorse settimane, a restituire insieme alle straordinarie
decorazioni, al pavimento intarsiato di marmi policromi e al
quadro completo dell'ambiente la sorpresa di una grande mole di
informazioni che questa bottega dell'antichità potrà aggiungere
alla conoscenza della storia. I resti dei piatti in menù, per
esempio, "con l'impiego congiunto di mammiferi, uccelli, pesce
e lumache nella stessa pietanza", come spiega nella sua
relazione l'archeozoologa Chiara Corbino, di fatto una specie
di paella antelitteram. O il particolare trattamento del vino,
come racconta a sua volta l'archeobotanica Chiara Comegna, che
era corretto con le fave (servivano a sbiancarlo e nello stesso
tempo a correggerne il gusto) ma anche conservato in un dolo che
aveva sul suo fondo una tegola per separare i legumi dal liquido
ed evitare di mescere il vino insieme con il suo poco gradevole
fondo. Senza parlare dello scheletro di un cagnolino trovato a
un passo da bancone, proprio vicino al dipinto che ritrae un
cane al guinzaglio: adulto ma di dimensioni così modeste da far
pensare che già all'epoca si praticasse la selezione delle razze
da compagnia. Una ricerca che è solo agli inizi e che promette
di avere "sviluppi molto interessanti", sottolinea Osanna,
sottolineando che le indagini stanno proseguendo ora nel chiuso
dei laboratori. Ma quello che sembra raccontare il nuovo
Termopolio è anche un altro tassello di quella devastante
tragedia umana che fu l'eruzione del 79 dopo Cristo. Nel locale,
dotato di secondo ambiente sul retro e di un piano superiore,
sono stati trovati i resti di due uomini. Uno dei due,
all'incirca cinquantenne, stando all'ipotesi dell'antropologa
Valeria Amoretti, era sdraiato su un letto nel retrobottega, le
ossa dell'altro - fatta eccezione per un piede - sono state
trovate invece in un grande vaso, con tutta probabilità
occultate lì da scavatori forse addirittura del XVII secolo che
avevano indagato una parte di questo ambiente. "La bottega
sembra essere stata chiusa in tutta fretta e abbandonata dai
proprietari - spiega Osanna - ma è possibile che qualcuno, forse
l'uomo più anziano, fosse rimasto al suo interno e che sia morto
nella prima fase dell'eruzione, schiacciato dal crollo del
solaio. Il secondo potrebbe essere invece un ladro o un
fuggiasco affamato, entrato per racimolare qualcosa da mangiare
e sorpreso dai vapori ardenti con in mano il coperchio della
pentola che aveva appena aperto". Cosa sia veramente successo lo
si potrà capire in seguito. Intanto, anticipa il direttore del
Parco, il cantiere va avanti, "si lavora al consolidamento e al
restauro della struttura, riposizioneremo anche il balcone".
L'idea è di aprire alle visite il Thermopolium, pandemia
permettendo, già in primavera, per Pasqua, allestendo un
percorso che passi anche dal cantiere della casa delle Nozze
d'Argento, una meraviglia chiusa al pubblico da decenni. Tant'è,
Osanna che tra qualche mese passerà le consegne al suo
successore, allarga le braccia e sorride: "In un momento così è
bello pensare a un regalo per i nostri visitatori".
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