“L’aguzzino può essere il nostro vicino di casa, ognuno di noi ha il suo lato diabolico, e ognuno può superarlo con un lavoro di coscienza. La tragedia della guerra civile è che non finisce mai, la sete di vendetta ci divora”: a parlare è Mahamat-Saleh Haroun, nato nel 1961 nel Ciad che nel suo film del 2006, Daratt , racconta di un ragazzo del Ciad di 15 anni, che parte armato di una pistola alla ricerca dell’assassino di suo padre, ucciso nel corso della violenta guerra civile.
E’ una delle tante storie e dei numeri autori che daranno vita a La diaspora degli artisti in guerra, un programma con il quale, per la prima volta, apre le sue porte al pubblico il Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola di cinema più antica del mondo, che per le sue aule ha visto passare nomi leggendari come Pietro Germi o Gabriel Garcia Marquez, fino ad arrivare a Carlo Verdone, Francesca Archibugi e Paolo Virzì.
“La parola Diaspora significa “dispersione” e “disseminazione”, ed è patita spesso da tutti coloro che si trovano in paesi in guerra – ha detto Sergio Castellitto, presidente del Centro Sperimentale che ha pensato questa iniziativa - ma in realtà ogni artista vero almeno una volta nella vita si è sentito abbandonato e isolato anche nel proprio paese. Ci siamo domandati allora dove fossero quei cineasti, artisti, scrittori divisi e riseminati altrove dai conflitti e dalle guerre. Abbiamo deciso di offrire loro un luogo, il Centro Sperimentale di Cinematografia, che per tre giorni diventa una casa comune dove raccogliere ciò che è stato disperso delle loro idee, dei loro progetti e delle loro frustrazioni. Ricomporre la diaspora degli artisti. Offriamo uno schermo per mostrare le loro opere e un microfono per parlarne. Tra due fronti c’è sempre una terra di nessuno, un lembo deserto, abitato dalla paura ma anche dal desiderio. Vogliamo occupare questa terra, perché diventi luogo di meditazione umana, nello stesso campo aperto dove l’arte per sua abitudine, incontra il sogno”.
Il programma, che Edoardo Albinati, in conversazione con Sergio Castellitto, ha definito un invito “a provare a pensare di nuovo e in maniera sconosciuta, la guerra”, è stato curato dal conservatore della Cineteca Nazionale Steve Della Casa, in collaborazione con Giulio Casadei, Massimo Causo, Giulio Sangiorgio, Alena Shumakova, con tutti i docenti del Centro Sperimentale e offre una mostra fotografica su La diaspora delle donne, a cura di Antonella Felicioni e performance degli allievi di recitazione che leggeranno e interpreteranno testi in poesia e prosa sui temi dell’evento.
Si svolgerà in tre sale, appositamente ristrutturate per questo festival di film e di parola che vedrà l’incontro del pubblico con personalità come Alekandr Sokurov, Monsignor Ravasi, lo scrittore David Grossman e il regista Michel Kleifi, il creatore di In treatment Hagai Levi, la produttrice premio oscar Elda Ferri, talenti italiani cosmopoliti come Stefano Savona e Giacomo Abbruzzese e due strepitose documentariste nostrane come Costanza Quatriglio e Francesca Mannocchi, oltre a tanti altri autori e cineasti provenienti dalla Siria, dal Congo, dall’Ukraina e da tante altre aree incandescenti del pianeta.
Il programma si può scaricare sul sito del Centro Sperimentale (www.fondazionecsc.it) e per partecipare, gratuitamente, si può mandare una mail a: invito@fondazionecsc.it.
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