Dal 6 settembre al 18 ottobre la Sala Mostre del Castello Visconteo di Pavia ospiterà l'esposizione dal titolo "Dario Fo Mistero Buffo a Colori. Opere del Nuovo manuale minimo dell'attore".
La presentazione è avvenuta oggi in Castello, alla presenza dello stesso Dario Fo: al suo fianco erano presenti il sindaco Massimo Depaoli, l'assessore alla cultura Giacomo Galazzo e Susanna Zatti, curatrice della mostra. I visitatori potranno ammirare oltre 130 dipinti, frutto dell'attività pittorica che Dario Fo ha realizzato durante tutta la sua vita.
"Questa mostra è, in pratica, il racconto della mia vita personale e artistica - ha spiegato Dario Fo -. Si parte da alcuni dipinti che ho realizzato in età adolescenziale, che sono poi stati rielaborati. Ma ci sono anche ritratti di Franca Rame e altre opere che traggono spunto dal lavoro che abbiamo svolto in tanti anni di teatro. Abbiamo narrato le storie di operai, contadini, della gente che soffre; frammenti di una società basata su un'economia di sfruttamento. Purtroppo l'Italia è un Paese di disinformati: e la disinformazione serve per abbassare la voglia della gente di cambiare e di emergere".
Nelle opere esposte per la prima volta nella mostra, il Premio Nobel sceglie di adottare nuove tecniche espressive, privilegiando l'uso del collage di immagini accostate sulla tela e di fotocopie e fotografie digitali dei propri lavori, sui quali incide con il tratto e con il colore. Esegue una pittura a tempera ripresa con passaggi di cromie ad olio, quindi infila la tavola nella fotocopiatrice e la programma in modo che produca un'immagine di tonalità capovolta. "Da giovane - ha ricordato oggi Dario Fo - ho frequentato per 8 anni l'Accademia di Brera e ho anche studiato ad Architettura. Ho sempre coltivato la passione della pittura: una forma d'arte con la quale racconto me stesso e la mia vita".
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