/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Frida Kahlo negli scatti di Leo Matiz LE FOTO

Frida Kahlo negli scatti di Leo Matiz LE FOTO

A Bologna 35 fotografie in diversi formati, opening giovedì 14 gennaio

08 gennaio 2016, 14:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Frida Kahlo ONO arte (Eva Alejandra Matiz and The Leo Matiz Foundation) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Frida Kahlo ONO arte (Eva Alejandra Matiz and The Leo Matiz Foundation) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Frida Kahlo ONO arte (Eva Alejandra Matiz and The Leo Matiz Foundation) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Frida Kahlo negli scatti di Leo Matiz. ONO Arte Contemporanea in collaborazione con (Fondazione Leo Matiz) Alejandra Matiz presenta  una mostra fotografica del fotografo colombiano che, con il suo obiettivo, è riuscito a penetrare - al di là delle apparenze -, un’immagine tanto vivida quanto reale dell’artista messicana.

La mostra, 35 fotografie in diversi formati, apre giovedì 14 gennaio, dalle ore 18.30 in via Santa Margherita, 10 a Bologna. Chiusura il 28 febbraio 2016. C'è il patrocinio del Comune di BOlogna

Quando Frida e Diego si incontrano è il 1922. Rivera, pittore già noto in Messico, stava dipingendo un importante murale nell’anfiteatro della Scuola preparatoria che Frida frequentava all’epoca. Ancora lontana dall’incidente che le avrebbe cambiato per sempre la vita, Frida era una ragazza fiera, decisa e emancipata. A quel tempo l’arte rappresenta per lei solo un divertissment, un gioco che la impegna nei ritagli di tempo dallo studio. Le cose cambiano però il 17 settembre 1925: mentre sta rientrando a casa da scuola, l’autobus su cui viaggia insieme al fidanzato Alejandro, viene travolto da un tram. La spina dorsale le si frattura in diversi punti così come la gamba sinistra e le costole, e il suo corpo viene lacerato da un’asta metallica che le lascerà delle ferite indelebili, sia esteriori che interiori. “Non sono morta e, per di più, ho qualcosa per cui vivere; questo qualcosa è la pittura”. Queste le parole che Frida pronuncia alla madre non appena la incontra dopo l’incidente. Da questo momento l’arte diventa per lei valvola di sfogo e occupazione privilegiata. 

Grazie a uno specchio appeso sul letto a baldacchino e un apposito dispositivo su cui appendere una tavola di legno per dipingere, la sua immagine, diventa il soggetto preferito dei suoi ritratti – “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” -. Dopo tre anni, la sua vita torna quasi alla normalità, e nel 1928 incontra nuovamente Rivera. L’amore scoppia, passionale e travolgente, la loro arte si contamina ed evolve. Nell’agosto dello stesso anno si sposano, e dopo qualche tempo si trasferiscono negli Stati Uniti, dove consolidano la loro fama ma anche l’avversione di una parte dell’opinione pubblica che definisce i murali che Rivera realizza per il Detroit Institute of Art “uno spietato inganno ordito ai danni degli stessi capitalisti che li hanno commissionati”.

Tornati in Messico, Frida diventa sempre più prolifica e conosciuta, tanto che Breton, il padre del surrealismo, le propone una mostra a Parigi. Siamo ormai nel 1941: per Frida è un anno di cambiamento. Nonostante la dolorosa perdita del padre, raggiunge un’indipendenza sentimentale ed economica che le permettono di “maturare una piena fiducia in se stessa” e di diventare un’artista a tuttotondo che rischia di mettere in ombra, con la sua arte e la sua storia, il genio Rivera. Le immagini di Leo Matiz - fotoreporter colombiano nato nella magica Macondo di Gabriel Garcia Marquez -, raccontano di questa consapevolezza, ma raccontano anche la storia di un Messico assolato e lontano, fatto di rivoluzione e guerra, e al contempo di gioia e speranza, del quale Diego ne dipinge la “bellezza umile” e Frida “l’equivalente interiore”.

Le foto in mostra, si soffermano soprattutto sull’immagine di Frida, immortalata nel suo quartiere natale di Coyoacan a Città del Messico, della quale Matiz ce ne restituisce un ritratto intimo ripreso da un punto di vista privilegiato, ossia quello dell’amicizia che per anni li ha legati. 

In mostra saranno presenti anche gli schizzi preparatori di Vanna Vinci, lavori di studio per la biografia a fumetti dedicata a Frida Kahlo che 24 ORE Cultura pubblicherà nell’autunno 2016. Oltre ai disegni preparatori del progetto, saranno esposte anche 4 grafiche realizzate ad hoc dall’artista e delle quali sono state realizzate delle tirature limitate. 

Il 16 gennaio dalle 18.30, Vanna Vinci sarà presente in galleria e dialogherà con Alberto Sebastiani (giornalista). 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza