Bianchissima nell'oscurità dei
sotterranei dove 2 mila anni fa passavano centinaia di servitori
e carovane. Simbolo della discordia e della bellezza, dell'Eden
e del peccato originale, del presente che dialoga con il
passato, ma anche del futuro e dei suoi scenari tecnologici in
continua evoluzione.
E' ''La Mela Reintegrata'' con cui Michelangelo Pistoletto torna
alle Terme di Caracalla, dove era già intervenuto nel 2012 con
il Terzo Paradiso, ancora esposto nei giardini del grande sito
archeologico. Alta due metri e mezzo, scolpita nel marmo puro di
Carrara, con la cicatrice del segno del morso ''ricucita'' da
grandi graffette, la Mela, racconta Pistoletto, è un invito a
''riconnettere il mondo naturale con il mondo artificiale, a
trovare una nuova armonia tra contrapposizione e persone''.
Possibile riuscirci? ''Dovremmo diventare tutti un po' sarti -
risponde - altrimenti rimane il morso. E il rimorso di non aver
ricucito quella ferita''. Esposta fino al 25/9, l'opera è
visibile gratuitamente.
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