SCUDERIE QUIRINALE (ROMA) - È il volto mite e adolescenziale di Shaka Nyorai ad accogliere con la sua grazia i visitatori della mostra Capolavori della scultura buddhista giapponese, organizzata dal Bunkacho (Agenzia per gli affari culturali del Giappone) e allestita alle Scuderie del Quirinale fino al 4 settembre. Visitata in anteprima questa mattina dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla neo sindaca di Roma Virginia Raggi, la mostra celebra il 150/o anniversario del primo Trattato di Amicizia e Commercio tra Italia e Giappone, firmato nel 1866.
Il pubblico potrà osservare da vicino autentici gioielli solitamente custoditi nei templi o nelle collezioni museali giapponesi: per la prima volta esposte in Italia 21 sculture lignee (per un totale di 35 pezzi), che spaziano dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333), un arco temporale nel quale la scultura antica lignea ha raggiunto in Giappone una tecnica impareggiabile. Ed è proprio in virtù di questa tecnica di lavorazione, intarsio e colorazione del legno che queste figure scolpite, per lo più di grandi dimensioni, raggiungono il massimo della propria espressività. Ieratiche ed eleganti, le sculture comunicano emozioni nitide a chi guarda, dalla pace della meditazione alla gioia, dalla comprensione, alla paura alla rabbia.
Il rapporto "privilegiato" con lo spettatore si svela attraverso lo sguardo, la forma del viso, l'espressione degli occhi e della bocca, la posizione delle mani, i leggeri panneggi delle vesti e i dettagli delle acconciature di ogni scultura, senza mai interrompersi durante tutto il percorso. L'allestimento, a cura di Takeo Oku, mostra quanto la ricerca spirituale sia al centro di ogni fase dell'evoluzione di questa arte così intimamente legata al Buddhismo, religione fondata nell'India settentrionale da Gautama Siddhartha nel V sec. a.C. e poi introdotta in Giappone nel V secolo attraverso Cina e Corea. Le statue, per lo più destinate alla preghiera, hanno per soggetti privilegiati le divinità Nyorai, Bosatsu, Myoo e Ten, e sono state realizzate principalmente da monaci, proprio perché anche l'attività scultorea era parte integrante del culto.
Impossibile non notare la cura estrema nella realizzazione di ogni minimo particolare, nel rispetto dell'idea che la divinità trovi la propria manifestazione nel legno scolpito. Sebbene espressione di scuole di buddhismo e insegnamenti differenti in base alle epoche, ogni scultura, sia quelle in cui appaiono più evidenti i legami con le origini indiane, sia in quelle dall'impatto più vividamente realistico ed essenziali nelle forme (a partire dall'epoca Kamakura), diviene emblema di eleganza e raffinatezza, valori supremi di quest'arte antica, oltre che specchio autentico della cultura nipponica. Per capire l'eccellenza estetica e spirituale di questi lavori, basta osservare il piccolo Bodhisattva su nuvola, appartenente al periodo Heian e realizzato da Jocho (colui che portò a compimento lo stile giapponese della scultura buddhista), o il Monaco, il Nyoirin Kannon e i Dieci Grandi Discepoli (tutti del periodo Kamakura), tra i gioielli più belli esposti nella mostra.
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