Cavalli apodi monumentali, bronzi
lucenti o ossidati, sabbiati come se dopo secoli fossero emersi
dalle profondità del mare, su una barca, a capo del relitto di
una flotta, legni, marmi, granito testimoni di vittorie o di
cocenti sconfitte: è 'Lapidarium', il progetto espositivo
dell'artista messicano Gustavo Aceves, dal 16/9 all'8/1
allestito in un un percorso che va dall'Arco di Costantino alla
Piazza del Colosseo ai Mercati di Traiano, dove questa
contemporanea allegoria del dolore trova il suo dispiegamento
ideale. In tutto 40 sculture imponenti, alte dai 3 agli 8 metri,
lunghe fino a 12, che via via si amplierà in un tour che
attraverserà il mondo e che è partito lo scorso anno da Berlino,
dalla Porta di Brandeburgo.
"Porterò la mia opera in ogni capitale dove sia ospitata una
quadriga storica", ha detto lo stesso Aceves, che ha realizzato
questo vero e proprio esercito di sculture equestri nelle
fonderie e nei laboratori di Pietrasanta (dove vive e lavora)
durante gli ultimi sei anni.
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