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Da Canova a Hayez, l'800 italiano

Da Canova a Hayez, l'800 italiano

A Brescia dal 21 gennaio esposti 100 capolavori

ROMA, 11 dicembre 2016, 17:25

Nicoletta Castagni

ANSACheck

Francesco Hayez, Maria Stuarda sale al patibolo, olio su tela, 210 x 293 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Hayez, Maria Stuarda sale al patibolo, olio su tela, 210 x 293 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Hayez, Maria Stuarda sale al patibolo, olio su tela, 210 x 293 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Canova a Hayez, da Fattori a Segantini, da Inganni a De Nittis, da Appiani fino a Boldini, i maestri dell'800 italiano saranno al centro di una grande mostra allestita dal 21 gennaio all'11 giugno a Brescia, negli spazi di Palazzo Martinengo. Esposte cento opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private nazionali, per raccontare un secolo di pittura e i movimenti e le scuole che l'hanno maggiormente caratterizzato, come il neoclassicismo, il romanticismo, la scapigliatura e il divisionismo, nonche' le tensioni impressioniste de 'les Italiens'.

L'esposizione, dal titolo 'Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell'Ottocento', e' stata organizzata dall'Associazione Amici di Palazzo Martinengo in collaborazione con la Provincia di Brescia, mentre la curatela e' stata affidata a Davide Dotti, che ha messo a punto una selezione in grado appunto di illustrare la straordinaria stagione che l'Italia visse nel corso del XIX secolo. Sottolineando l'importanza di correnti e movimenti pittorici fioriti in quei decenni, che resero il panorama creativo nazionale uno dei piu' dinamici a livello europeo. Dunque, una celebrazione dell'arte del bel paese in un'epoca di grande fervore a livello europeo, di confronti e condivisioni tra artisti e scuole, che, anche in Italia, fecero dell'800 una stagione di crescita straordinaria. Non a caso, il percorso espositivo si aprira' con 'Amore e Psiche' capolavoro di Canova, che incarna, come pochi altri marmi, i canoni dell'estetica neoclassica. La splendida scultura, proveniente dalla Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, sara' affiancata da alcune delle tele piu' rappresentative di artisti neoclassici, in particolare di Andrea Appiani (di cui sara' presentato il dipinto 'Venere allaccia il cinto a Giunone'), pittore prediletto da Napoleone, capace di evocare la sublime grazia raffaellesca.

Quindi, la sezione dedicata al Romanticismo vedra' quale assoluto protagonista Francesco Hayez, di cui sara' allestita la 'Maria Stuarda sale al patibolo', opera monumentale di tre metri per due, eccezionalmente prestata alla mostra bresciana dalla Banca Cesare Ponti. Accanto ad altre opere di Hayez (come l''Addolorata'), saranno poi esposti dipinti dei principali autori romantici, come il Piccio (qui con 'Bambina con bambola'), che con la sua pittura anticipo' gli esiti dei maestri della Scapigliatura, alla quale sara' dedicata la terza sala, dove spiccheranno le tele di Tranquillo Cremona. Mentre a Milano si affermava il movimento bohemien, a Firenze, negli stessi anni, si faceva largo una nuova generazione di agguerriti artisti che, per reagire alla pittura troppo legata alla tradizione, insegnata nelle accademie, diede vita al movimento dei Macchiaioli, capitanato da Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini, qui presenti con alcune delle loro opere piu' famose, come il bellissimo 'Le ordinanze' (di Fattori) o 'Il ghetto di Firenze' (di Signorini). Proseguendo nel percorso, ecco l'esotismo degli orientalisti, a partire dall'emblematico splendore di 'Veduta della piazza dell'ippodromo di Costantinopoli', capolavoro dalle infinite suggestioni di Ippolito Caffi, seguito dalle toccanti scene di vita quotidiana immortalate da Induno ('La bandiera italiana'), Ciardi, Favretto, Palizzi, Irolli, Milesi e dal bresciano Angelo Inganni, qui presente con diversi lavori tra cui 'Donna che cucina lo spiedo' e due splendide vedute di Piazza della Loggia.

Aggiornati sulle novita' dell'impressionismo francese, i divisionisti elaborarono, invece, un'innovativa tecnica pittorica caratterizzata da intrecci di brevi pennellate cariche di colore, che trova la massima espressione nelle tele cariche di significati simbolici di Segantini ('Alpe di maggio'), Pellizza da Volpedo ('Paesaggio presso Volpedo') e Morbelli ('Ritratto di gentiluomo'). La mostra si concludera' con la rievocazione del clima mondano e culturale parigino della Belle Epoque, dove vissero e lavorarono maestri (detti 'les italiens'), quali Zandomeneghi (la grazia smisurata di 'Serata di gala'), De Nittis e Boldini. Di quest'ultimo, geniale anticipatore della modernita' novecentesca, saranno esposti i sensuali ritratti (come il 'Ritratto della baronessa Malvina-Marie Vitta' o 'Ritratto della principessa Radziwill'), nei quali esalto' la bellezza femminile, svelandone l'anima piu' misteriosa.

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