(ANSA) - ROMA, 25 FEB -Dal bilancio della cultura "tornato dopo otto anni sopra i due miliardi di euro", all'Art Bonus "che ha portato oltre 4.250 mecenati a donare quasi 158 milioni di euro per circa 1.150 interventi"; dalla rivoluzione dei musei con l'arrivo dei direttori manager alle nuove assunzioni. Fino alle domeniche gratuite e al record dei luoghi della cultura statali, che nel 2016 hanno superato i 45,5 milioni di ingressi. A tre anni dal suo insediamento al Collegio Romano, il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini tira le somme del suo mandato, elenca una a una le decine e decine di iniziative avviate, rivendica i successi. "Non è solo un elenco - sottolinea - ma un primo tassello di una sfida più grande che dobbiamo affrontare come sistema Paese". Le difficoltà non mancano, ma l'entusiasmo del ministro dem in questi tre anni non sembra scemato. Così come la convinzione che il Mibact debba essere considerato "il principale ministero economico". Certo, i soldi per la tutela sono sempre troppo pochi, una grande impresa che finanzi per esempio il restauro della Domus Aurea non è stata trovata, l'età media del personale del ministero che fu fondato da Spadolini è altissima e i 500 funzionari che a mesi dovrebbero entrare nei ranghi grazie al concorsone (ottenuto un anno fa con una deroga al blocco del turn over nella P.A.) non potranno comunque bastare per ringiovanirla. I problemi, insomma, ci sono ancora e tanti, anche se in questa circostanza non vengono ricordati. Ma "Dopo una lunga stagione di tagli - rivendica Franceschini - il bilancio del Mibact negli ultimi tre anni è tornato a crescere". Il ministro sottolinea i risultati comunque ottenuti con l'Art Bonus, il credito di imposta al 65% per le donazioni in favore della cultura. Ma si dice fiero anche dell'aver cercato di superare "l'anacronistica contrapposizione tra tutela e valorizzazione ("Valorizzare il patrimonio non significa minacciarlo o mercificarlo, ma creare le condizioni per poterlo custodire e proteggere nel migliore dei modi"). La riforma museale, ripete, va in questa direzione, una "rivoluzione gestionale e tariffaria" che ha portato a risultati "straordinariamente positivi", con i visitatori aumentati di 7 milioni in tre anni. E poi il cinema, per il quale, attesa da 50 anni è stata approvata la legge di riforma ("Una svolta per un settore che è anche un comparto dalle grandi potenzialità di sviluppo economico occupazionale"). Lo spettacolo dal vivo, con la riforma del sistema di finanziamento del teatro, il sostegno alle Fondazioni Liriche, l'aumento di risorse per il Fondo Unico per lo Spettacolo. E ancora, i caschi blu, la cultura come strumento di pace, la riunione dei ministri della cultura all'Expo di Milano. Passi avanti, fa notare il ministro, che riguardano anche il settore del Turismo, per il quale è stato approvato il Piano Strategico, con l'idea di fondo di un'Italia "come museo diffuso che scommette su sostenibilità, accessibilità e innovazione". L'esempio finale è per Pompei, "un luogo magico, unico al mondo, che fino a qualche tempo fa faceva notizia per i crolli, oggi si aprono nuove domus e per la prima volta il sito ha superato i 3 milioni di visitatori". E il futuro? Da fare, riconosce il ministro, c'è ancora molto. Iniziative e traguardi del primo triennio, conclude introducendo il dossier di quasi 70 pagine dedicato alle cose fatte, "sono il primo tassello di una sfida più grande che dobbiamo affrontare come sistema Paese: scommettere sulla cultura come chiave per costruire il futuro". Per lui "una direzione possibile", "coerente con la vocazione profonda dell'Italia".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA