Una delle sculture più fragili di
Michelangelo torna a vedere la luce, restaurata dopo oltre
cinquant'anni di riposo forzato in un deposito: è il Dio
fluviale, terra cruda del maestro toscano, che riemerge in tutto
il suo splendore dopo un lungo restauro durato oltre tre anni.
Custodito nei sotterranei di casa Buonarroti a Firenze, ma di
proprietà dell'Accademia delle Arti e del Disegno del capoluogo
toscano, tra poco, passata l'estate, sarà tra i protagonisti di
una grande mostra sul Rinascimento di Palazzo Strozzi e quindi
tornerà esposto in via permanente all'Accademia delle Arti e del
Disegno. Il certosino lavoro di recupero, condotto dalla
restauratrice Rosanna Moradei sotto la guida attenta
dell'Opificio delle pietre dure, è stato reso possibile grazie
al contributo di circa 32mila euro della fondazione No profit
Friends of Florence. Il Dio, capolavoro reso fragile dalla
scelta del materiale deteriorabile in cui è realizzato è stato
sottoposto ad una lenta e profonda opera di consolidamento.
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