La Pompei del 79 d.C. è sempre più la città dei tesori e delle meraviglie, restituiti ai nostri giorni dagli scavi che la Soprintendenza ha ripreso nei pressi della Schola Armaturarum, quella palestra dei gladiatori che 7 anni fa si sbriciolò destando scandalo in tutto il mondo. Ora, dai lavori di restauro che si stanno effettuando nei tre ambienti alle spalle della struttura, emergono reperti intatti che aggiungono nuovi elementi della storia dell'antica città romana coperta dalla lava del Vesuvio circa duemila anni fa: il ritrovamento consiste in un deposito di anfore, al momento formato da 14 reperti immersi nel lapillo. Le anfore sono state trovate intatte. Dovevano contenere olio, vino e salse di pesce: un'anfora presenta iscrizioni dipinte in cui si leggono numeri, a indicare i quantitativi, e, verosimilmente, il prodotto contenuto. L'uso come deposito dell'ambiente è confermato dai graffiti visibili su una delle pareti dell'ambiente, che ribadiscono l'attività di stoccaggio. Per il ministro Dario Franceschini, Pompei, "è il simbolo di una storia di riscatto".
"In questi anni - ricorda - è stato fatto un lavoro lungo e silenzioso e le possibilità di crescita sono ancora straordinarie. Superata l'emergenza sono adesso ripresi gli scavi nelle zone finora mai indagate. E, come vediamo, i risultati sono eccezionali". Al termine dello scavo, previsto per il mese di dicembre, le anfore saranno ricollocate in situ nell'ambito del più ampio progetto di valorizzazione del "museo diffuso" che il Parco archeologico sta adottando in più aree degli scavi per ri-contestualizzare i reperti nei luoghi di provenienza. Fino ad ora l'unico ambiente, portato alla luce nel 1915 da Vittorio Spinazzola, era stato quello ben conosciuto che affacciava su via dell'Abbondanza. Il suo carattere pubblico militare fu fin dall'inizio chiaro per via delle grandi dimensioni e della sua decorazione (i trofei all'ingresso e le figure alate e armate che decorano le pareti).
Tuttavia la sua esatta destinazione, deposito di armi o scuola di formazione della gioventù pompeiana, continua a non essere certa. Lo scavo di questi altri ambienti, che rientra nel cantiere "Scavi e ricerche", ha come obiettivo proprio quello di chiarire tali aspetti. L'esplorazione della struttura completa della Schola non è il solo intervento del genere previsto a Pompei. In corso è anche il grande cantiere di scavo nella Regio V, il cosiddetto "cuneo" un'area di oltre 1000 metri quadrati nella zona posta tra la casa delle Nozze d'Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), dal quale ci si aspetta di portare in luce ulteriori strutture e reperti di ambienti privati e pubblici. In quest'area (sul pianoro delle regiones IV e V), inoltre, sarà previsto l'allestimento di un laboratorio di studio archeologico dei reperti che verranno alla luce e un deposito per la loro conservazione temporanea.
"Siamo contenti delle scoperte che stanno emergendo, - dichiara Massimo Osanna, Direttore del Parco archeologico - Pompei ha iniziato una nuova stagione, quella di una ricerca archeologica intensa e del prosieguo della conoscenza del sito. Dopo il suo recupero, attraverso la messa in sicurezza di tutte le sue regiones, l'apertura di nuove domus restaurate, la restituzione alla fruizione di interi quartieri finora inaccessibili, grazie al recupero della percorribilità di quasi tutte le vie urbane, ci si può dedicare anche ad attività di scavo, che si affiancano alla manutenzione programmata e che consentiranno di fornire nuove ipotesi alla storia della vita quotidiana degli antichi, in alcuni casi dando risposta a quesiti irrisolti, come potrebbe essere per la Schola armatorarum". Il rinvenimento è avvenuto in uno dei tre ambienti individuati alle spalle della parte di struttura più nota della Schola Armatorarum dove è in corso il restauro degli affreschi originali salvatisi dal bombardamento del 1943. Lo scavo è stato avviato dallo scorso luglio in ambienti mai prima indagati. E, dunque, si conferma che proprio la Schola Armaturarum, che fu motivo di grande scandalo, è ormai assurta a simbolo di rinascita per Pompei.
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