Reperti archeologici importantissimi,
risalenti tra il IV secolo a.C. ed il II secolo d.C., detenuti
in casa o commercializzati addirittura su Facebook. Beni di un
valore che si aggira sui 900 mila euro recuperati dai
carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale in una
doppia operazione nel Lazio.
La prima ha preso il via in seguito alla movimentazione di
ingenti somme di denaro da parte di due imprenditori romani per
l'acquisto di opere d'arte. Uno dei due aveva allestito un
piccolo museo privato con decine di reperti di alto interesse
storico-artistico. Tra questi alcuni crateri e due teste da
coroplastica architettonica, una taurina ed una equina,
probabilmente appartenenti ad un un gruppo scultoreo di grandi
dimensioni.
La seconda operazione si è sviluppata in seguito al
monitoraggio di siti internet. In particolare un profilo
Facebook utilizzava il social network per vendere un frammento
di colonna romana in tufo, senza avere alcuna denuncia di
detenzione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il
reperto risalirebbe al sito dell'antico abitato di Ardea.
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