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Stintino, donazione anonima di reperti

Stintino, donazione anonima di reperti

Restituite alla comunità anfora romana, piatti e brocche

STINTINO, 25 giugno 2018, 19:53

Redazione ANSA

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Un'anfora di epoca romana, e poi piatti e tazze, e infine una brocca di epoca post medioevale: sono gli oggetti che un anonimo ha lasciato nei giorni scorsi davanti all'ingresso del Mut, il Museo della Tonnara di Stintino, in via Lepanto. Che sia stato colto da un senso di colpa o che volesse restituire al paese un pezzo della sua storia e della sua identità, lo sconosciuto donatore ha fatto tutto per bene: i reperti erano avvolti in stracci e adagiati in cassette di plastica. Sopra c'era un foglio bianco con su scritto "reperti Pelosa", per indicare con ogni probabilità il luogo in cui sono stati trovati, anche se non è dato sapere quando.
    Il mare ha lasciato tracce inconfondibili di stratificazione su tutti i reperti. A ritrovarli all'ingresso del Mut è stato il personale del museo, che ha denunciato il fatto alla Soprintendenza e al Comune di Stintino. In tutto i pezzi recuperati sono dodici. A due anni dalla prima riconsegna volontaria - quando nello stesso punto furono lasciati sempre da anonimi numerosi resti archeologici, compresa un'ancora in piombo del periodo romano e il pezzo di un sarcofago che portava in rilievo l'immagine di una Vittoria alata - adesso nuovi reperti vengono restituiti al patrimonio pubblico.
    "Il museo di Stintino è così, consente di riscoprire la storia del territorio e muove le coscienze, consentendo al patrimonio comune di riappropriarsi di questi oggetti", dice il sindaco, Antonio Diana. Per il soprintendente Francesco Di Gennaro questi gesti, "servono per far capire anche ad altri che portare via i reperti dai loro luoghi è sbagliato, sono mezzi di conoscenza, devono essere raccolti con metodi scientifici e contestualizzati nell'ambito del loro ritrovamento". Per la direttrice del museo, Esmeralda Ughi, "le persone si rendono conto che il museo è un'istituzione pubblica e assumono la consapevolezza che questi oggetti sono beni pubblici e devono essere restituiti alla collettività".
   

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