"Un disastro, uno scenario da guerra o da terremoto nel pieno centro di Roma, per fortuna non ci sono feriti o peggio, ma per il patrimonio artistico italiano è un segnale d'allarme importante, un sintomo grave che ora va preso in seria considerazione". Incollato al computer e alle foto sconvolgenti del crollo di San Giuseppe dei Falegnami, la chiesa tardo cinquecentesca costruita nella zona del Foro proprio sopra il romano Carcere Mamertino, lo storico Tomaso Montanari ha le mani nei capelli. "C'è prima di tutto un evidente problema di sicurezza - commenta al telefono con l'ANSA - E' venuto giù tutto il tetto, e se ci fosse stato un matrimonio?" "Cosa sia successo in particolare in quel luogo simbolo della stratificazione di Roma andrà appurato - premette lo storico da sempre in polemica con la riforma Franceschini e con le scelte di gestione del patrimonio artistico - ma per quanto mi riguarda posso dire che le motivazioni sono molto note, vanno cercate nella mancanza di turn over e di assunzioni nelle soprintendenze: non c'è più nessun funzionario che fa manutenzione, sono rimasti in pochissimi, si fa solo valorizzazione, in piu' ci sono i danni della riforma di Franceschini, che ha diviso in due la gestione del Foro, per isolare il Colosseo".
"Ogni tentativo di minimizzare e' criminale - ribadisce Montanari - questo di aver fatto a fette la tutela di Roma moltiplicando e dividendo enti e' contrario alla natura di questi oggetti che sono tutti collegati".
Dedicata a San Giuseppe in qualità di falegname, la chiesa romana interessata dal crollo, spiega Montanari, esperto di arte del Seicento, è una chiesa "nata dal basso, per volere popolare e in quanto tale una chiesa in qualche modo povera, ma ci sono opere importanti, per esempio una tela del Maratti, che è il più importante pittore italiano della fine del '600. Ci ha lavorato Giabattista Soria, grande falegname architetto, credo anzi che il soffitto fosse suo". A Roma, comunque, "il capolavoro e' il contesto, è il tessuto - ribadisce appassionato Montanari -. Poi bisognerà vedere quali saranno alla fine i danni precisi, di certo con questo crollo perdiamo un altro pezzo unico del nostro passato. E' come se nella foto dell'Italia ci fosse un altro pezzettino che si oscura. Il ministro Bonisoli - conclude - sia consapevole della responsabilità che gli pende in capo".
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