Il rock è stato uno degli emblemi
della controcultura e della ribellione giovanile, della
resistenza alle restrizioni della libertà di pensiero in
Occidente, e ancor di più nell'Est comunista, dove la
repressione, schiacciando ogni diritto umano, è stata portata a
tutti i livelli e in modo sanguinoso ma non ha potuto impedire
l'avvento di una nuova epoca.
L'intreccio tra libertà, rivolte sociali e cultura del rock è al
centro della mostra "Quando infuriava il rock. Il '68 all'est.
Dissenso e controcultura", che è stata inaugurata oggi
nell'Atrio dell'aula magna dell'Università statale di Milano.
Una ricerca inedita a cura di Carla Tonini, docente di Storia
dell'Europa orientale all'Università di Bologna e con il
progetto grafico di Martino Gasparini. La mostra, che resterà
esposta fino al 27 ottobre, "offre un quadro dell'opposizione
culturale nell'Europa dell'Est e delle forme del dissenso nel
blocco sovietico nel corso degli anni '60" spiegano gli
organizzatori.
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