Palazzo Magnani di Reggio
Emilia celebra Jean Dubuffet (1901-1985), uno dei maggiori
pittori del Novecento, protagonista dell'Informale. Una mostra
in programma dal 17 novembre al 3 marzo - 'L'arte in gioco.
Materia e spirito 1943-1985' - ne illustra la figura di genio
universale e multiforme, esplorando i numerosi cicli creativi,
le ricerche, le sperimentazioni tecniche inedite e originali.
La rassegna, curata da Martina Mazzotta e Frederic Jaeger,
presenta una selezione di 140 opere - dipinti, disegni,
grafiche, sculture, libri d'artista, dischi - provenienti dalla
Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts Décoratifs di Parigi, ma
anche da musei e collezioni private di Francia, Svizzera,
Austria e Italia, oltre a 30 lavori protagonisti dell'art brut,
termine coniato da Dubuffet per indicare una forma di
espressione artistica spontanea.
Nelle stesse date a Palazzo da Mosto un'altra mostra offre
connessioni con l'antologica dedicata a Dubuffet: è 'La vita
materiale-otto stanze, otto storie'. L'esposizione, che inaugura
una nuova stagione del contemporaneo della Fondazione Palazzo
Magnani, presenta la ricerca di otto artiste italiane - Chiara
Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi,
Lodovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi, Sabrina Mezzaqui
- accomunate dall'impiego e rigenerazione di materiali spesso
umili e tradizionalmente associati all'artigianato, che trovano
un originale spazio nel loro lavoro artistico. Lo spettatore è
invitato a scoprire otto habitat, otto ambienti a cui ogni
artista ha dato un titolo, in cui ognuna di loro ha proposto il
proprio mondo. La mostra coinvolge e interroga i sensi, vista e
tatto in particolare, "perché la nostra esperienza passa
attraverso il corpo che crea sinestesie con ciò che lo
circonda".
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