La Galleria Estense di Modena
ospita, dal 25 maggio all'1 ottobre, una mostra che documenta la
presenza etrusca nel territorio modenese. L'esposizione - 'Lo
specchio di Celestino. Archeologia etrusca a Modena nella prima
metà dell'Ottocento' - si concentra sul piccolo sepolcreto
etrusco ritrovato nel 1841 nei campi di Galassina di
Castelvetro, databile, in base ai materiali finora conosciuti,
tra la fine del VI e il V secolo a.C. Qui i proprietari di un
fondo, in occasione di lavori agricoli, rinvennero i resti di
quattro tombe etrusche a incinerazione, il cui ricco corredo,
tra i più pregevoli di età etrusca nel territorio modenese, fu
acquistato da Francesco IV Asburgo-Este, duca di Modena, per
arricchire la sua collezione di antichità e il Museo Estense.
Il percorso espositivo presenta i pezzi più importanti del
corredo funebre riferibile a una defunta della Tomba I della
Galassina, ovvero della sepoltura più ricca e anche più nota,
esposti al Museo Civico Archeologico di Modena fino a fine
maggio 2018, e ora ritornati nella collezione estense, assieme a
opere archeologiche provenienti dal medesimo contesto
sepolcrale, fino ad oggi inedite.
Dell'intero corredo della Tomba I gli oggetti più conosciuti
e studiati sono lo specchio e la cista a cordoni (a forma
cilindrica) oltre al bacile. Il resto degli oggetti fu ritenuto
disperso, fino a quando un attento riscontro inventariale e un
esame dei depositi della Galleria Estense hanno permesso di
riconoscere con buona certezza altri reperti provenienti dalla
Tomba I, come il manico di strigile (strumento per detergere il
corpo dopo il bagno), uno dei tre vaghi di collana a forma di
testina in pasta vitrea (elemento, vuoto all'interno, formato da
due semisfere saldate) e due frammenti pertinenti al balsamario
in pasta vitrea. Questo riscontro ha permesso di ricostruire
l'unitarietà del corredo acquistato da Francesco IV e ha fornito
la possibilità di un suo studio completo.
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