Inaugurato nel 1911 per celebrare i primi 50 anni dall'Unità d'Italia, dedicato a Vittorio Emanuele II, ma a lungo inviso agli italiani che ne collegavano l'immagine agli anni bui del fascismo, il Vittoriano, oggi uno dei monumenti più visitati del Paese, inaugura un nuovo corso della sua storia. E diventa il museo del racconto dell'identità nazionale, dell'Italia e degli italiani di oggi. Primo passo, la mostra, 'Lessico italiano, volti e storie del nostro Paese', visitata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il prefetto Paolo Tronca, commissario straordinario del Museo della Storia del Risorgimento (che ha sede nel Vittoriano). E soprattutto l'intenzione di renderlo "museo autonomo, a partire dal primo gennaio 2020", come annuncia il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli.
"Ogni anno il monumento conta quasi 3 milioni di visitatori", spiega la direttrice del Polo museale del Lazio, Edith Gabrielli. Un altro milione va al Sacrario delle bandiere e 500mila sfruttano gli ascensori per le terrazze. "Ma con una scarsa consapevolezza di quel che rappresenta questo luogo". "A Roma, invece - prosegue Bonisoli - esistono due posti che rappresentano l'identità nazionale in senso pieno: il Quirinale e il Vittoriano". E nel secondo caso, dice, "si tratta di un potenziale pazzesco non sufficientemente sfruttato. Il Vittoriano è il nostro monumento, appartiene al Paese, a tutti noi". Così, racconta, "un anno fa abbiamo iniziato a pensare come dargli un percorso unitario: bene il Museo del Risorgimento, bene il Sacrario delle bandiere. Mancava però il racconto della nostra identità", tema, sottolinea, "che dobbiamo iniziare ad affrontare in modo sereno, aperto e anche dialettico".
Con l'autonomia, il Vittoriano "uscirà dal Polo Museale del Lazio, avrà un Comitato scientifico e visto che appartiene a tutti sarà completamente gratuito. Avevo chiesto di aprirlo anche di notte. Mi hanno detto che non si può fare", sorride. Il progetto, costruito coinvolgendo tutte le istituzioni interessate, prevede un nuovo "percorso organico e unitario - racconta la Gabrielli - che renda il Vittoriano un luogo che ogni italiano almeno una volta nella vita deve visitare". Ma anche la dotazione "di tutti gli strumenti di comunicazione necessari, dai pannelli analogici a quelli più sofisticati per le nuove generazioni, con una app appositamente sviluppata con cui attraversarlo tutto oppure seguire percorsi tematici come Arte e architettura, Forze armate o Risorgimento. Più un nuovo sito web". Crescono gli spazi espositivi, con le nuove Gallerie dell'Unità (già Gallerie Sacconi) e Gallerie della Costituzione (già Sala Zanardelli) per le mostre stabili e le Gallerie delle arti e delle scienze (Ala Brasini) per quelle temporanee.
Ed è proprio un viaggio attraverso il 'sentirsi italiani' la mostra Lessico italiano, che, non a caso, si è aperta il 19 giugno, anniversario della proclamazione del tricolore come bandiera nazionale. Accolti dai sommi poeti, Dante, Petrarca e Boccaccio, si va dalla nascita della lingua italiana al significato di Democrazia. E poi la Pace e la difesa della Patria, i Diritti, il Lavoro, Chi siamo oggi, tra oggetti simbolo come il manoscritto membranaceo di fine '300 della Divina Commedia, la tonaca del magistrato ucciso dalla mafia Rocco Chinnici e la tuta da astronauta di Samantha Cristoforetti.
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