Un capolavoro dimenticato
da 40 anni e ormai ridotto a cumulo di ruderi che ne fanno solo
intravedere la bellezza e la maestosità dell'opera. E' la chiesa
ottagonale, risalente alla fine del Cinquecento, di Santa Maria
della Neve di Cascia, distrutta dal sisma del 1979 e mai
recuperata. I successivi terremoti, del 1997 e quello di tre
anni fa, ne hanno compromesso ulteriormente la stabilità e fatto
crollare anche l'adiacente casolare di fine Ottocento. Adesso
c'è un gruppo di lavoro, coordinato dal professor Stefano
D'Avino - docente presso il dipartimento di Architettura
dell'università "D'Annunzio" di Pescara - che ha dato vita a un
workshop internazionale con l'intento di arrivare alla
progettazione della ricostruzione della chiesa. Ne sono
coinvolti 16 tra studenti laureandi e architetti specializzandi
provenienti dall'università abruzzese e dall'ateneo di Bucarest,
seguiti da tre tutor.
"Abbiamo terminato il primo dei tre "step" previsti, vale a
dire quello dell'analisi, del rilievo e della riflessione su
come arrivare a un progetto cantierizzabile che possa,
finalmente, portare alla ricostruzione di un autentico gioiello
dell'arte che nasce su una croce greca iscritta in un ottagono",
racconta, all'ANSA, l'architetto D'Avino. "Il secondo passo lo
compieremo a settembre - aggiunge - quando andremo a mettere
nero su bianco tutte le considerazioni che stiamo portando
avanti, per poi arrivare in dicembre e presentare il progetto
vero e proprio, concludendo così il nostro lavoro".
Poi arriverà la parte più complicata, la realizzazione del
progetto che passa attraverso la ricerca di fondi. "Dato che per
questa chiesa non ne sono mai stati chiesti dopo gli eventi
sismici del '79 e del '97 - spiega il docente - credo che non ci
siano ostacoli per farne richiesta oggi, anzi, credo che sia
doveroso destinare i soldi necessari al recupero di questo
capolavoro".
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