(ANSA) - ROMA, 16 AGO -Dal provvedimento per salvare Venezia dalle grandi navi alla legge per lo spettacolo, con lo stop per gli animali nei grandi circhi. Ma anche i regolamenti per la legge cinema, richiesti a gran voce dai produttori. E poi le assunzioni, oltre quattromila, che avrebbero dovuto cambiare il volto del ministero e ridargli fiato dopo anni di sempre più pesanti ristrettezze. La crisi dell'esecutivo gialloverde, denuncia il ministro Bonisoli puntando il dito sulla Lega, "mette a rischio provvedimenti importanti ed è un danno per il Paese e per la cultura. Non è vero che eravamo in stallo".
Con un messaggio video dal suo studio al Collegio Romano per un post pubblicato poi su Facebook, il ministro pentastellato si concentra proprio sulle assunzioni che in questi giorni, nonostante gli uffici siano tutti in piena attività, non è stato possibile mettere in salvo.
"Abbiamo pronto un concorso ad ottobre per circa 3 mila persone, un concorso per 28 dirigenti sempre ad ottobre, 1000 assunzioni di funzionari a dicembre e 250 persone che dovrebbero transitare dai centri per l'impiego a questo ministero", elenca il ministro inforcando gli occhiali. Il prospetto delle procedure bloccate dalla crisi di Ferragosto va oltre. Bonisoli cita la legge bilancio nella quale, sottolinea, il ministero contava di inserire provvedimenti per un valore di 10 milioni di euro. "Norme che riguardano specificatamente l'investimento nel personale del Mibac", precisa, prima di snocciolarle una ad una: "Trenta dirigenti di seconda fascia in più a partire dal 2020; l'incremento del Fondo delle risorse decentrate, l'ex Fua, utilizzando il 5 per cento dei ricavi di tutti i musei statali a beneficio di tutti i dipendenti del ministero". E poi la maggiorazione della indennità di amministrazione, che attualmente è la più bassa di tutta la pubblica amministrazione, "e che verrebbe equiparata a quella del ministero della giustizia".
A questo si dovevano aggiungere, sempre nella legge di bilancio, "risorse da investire per la formazione del personale" e fondi le qualifiche del personale dirigente rimasto in panchina "con lo scorrimento totale delle graduatorie degli idonei del 2010".
Tant'è, le assunzioni non sono l'unico delicatissimo argomento a rischio nel settore della cultura. Nell'impasse dovuta alla crisi di governo è al momento impantanata anche la legge delega di riforma dello spettacolo, una norma che il settore attende da tantissimo tempo. In questo caso manca ancora il placet del Parlamento, che il ministero sperava di ottenere finalmente in tempi brevi. Tanto che sarebbe già stato messo a punto uno dei decreti attuativi al quale il ministro lombardo teneva particolarmente, quello che avrebbe dovuto portare gradualmente allo stop degli animali nei circhi.
Lo stesso per l'intervento a Venezia sulla questione grandi navi, rimasto appeso, con il tavolo interministeriale appena avviato tra Mibac, ministero dei trasporti e ministero dell'ambiente. Mesi di lavoro attendevano poi i tecnici del ministero sulla questione cinema, anche se un decreto su questo tema (Cinema e Fondazioni Liriche) ha avuto giusto in tempo l'ok delle Camere, nel mese di luglio: adesso, come ricordava qualche giorno fa il presidente dell'Anica Francesco Rutelli, si attendevano "l'emanazione dei provvedimenti regolamentari entro la fine del 2019".
Bloccata ancora prima di nascere, infine, una campagna che sarebbe dovuta partire nel 2020 con un piano di investimenti per rendere fruibili alle persone con difficoltà siti archeologici e musei.
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