Fermi i fondi, bloccate le gare d'appalto per i cantieri che dovevano servire al rilancio del museo, in forse la partecipazione alla grande mostra sugli Etruschi del 2020-21 a Madrid, ridotti all'osso persino i festeggiamenti per i 130 anni della nascita del museo, a novembre. Il fai e disfa del governo gialloverde sui musei, con il decreto di luglio che ne aboliva l'autonomia seguito dai provvedimenti agostani che gliela restituivano nella nuova veste di 'rete museale' rischia di danneggiare seriamente il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, eccellenza indiscussa con una collezione senza eguali nel mondo. Lo racconta all'ANSA l'ex direttore Valentino Nizzo, che dall'ufficio di gabinetto del Mibact, dove è stato trasferito, torna tre giorni alla settimana a Villa Giulia per gestire il difficile passaggio di consegne alla Soprintendenza speciale di Roma guidata da Daniela Porro. "E' tutto bloccato perché il museo al momento non ha una posizione contabile e la collega che ha l'interim sta ancora aspettando che registrino il suo incarico - spiega - dopodiché dovranno essere fatti tutti i passi amministrativi per il passaggio del museo alla Soprintendenza, anche quello richiederà del tempo". Tutto questo in attesa del ritorno all'autonomia in forma di rete di musei etruschi, sempre che il ministro Franceschini non intervenga. Eppure non ci sarebbe un attimo da perdere, perché molti dei finanziamenti già ottenuti a fatica nei primi due anni di autonomia (Nizzo, vincitore di concorso, è stato nominato a maggio del 2017) potrebbero ora andare persi e tutte le soddisfazioni e le speranze (nel 2018 +14% visitatori e +12% incassi) vanificati. Etruscologo, Nizzo racconta di aver trovato al suo arrivo a Villa Giulia un organico svuotato di persone e competenze, comprese quelle amministrative, determinanti per mandare avanti un museo autonomo dotato di un suo bilancio. Con un paradosso: "Nel museo etrusco con la collezione più importante del mondo ero io l'unico etruscologo", sorride il giovane ex direttore che di recente è stato chiamato a curare dal punto di vista storico e archeologico la sceneggiatura di Romulus, la serie di Matteo Rovere per Sky che andrà in onda nel 2020. Una competenza che ora verrà a mancare di nuovo, non un problema da poco vista la necessità di completare la catalogazione preliminare delle opere in deposito ("Un lavoro che abbiamo avviato subito ma che richiede tempo") e poi di organizzare mostre, guidare il riallestimento, gestire la comunicazione, seguire il progetto della Macchina del Tempio (una sala multimediale pensata per accogliere i visitatori e guidarli nel mondo etrusco) che si era pensato di realizzare nel Tempio Etrusco Italico fatto costruire nell'Ottocento dal fondatore del museo nel giardino di Villa Giulia. Intanto ci sono problemi da affrontare con urgenza, dalla messa in sicurezza del complesso museale (Infiltrazioni, consolidamento delle facciate laterali, tubature dell'acqua da rifare, così come gli infissi di villa Poniatowski che ha bisogno anche di un intervento sull'ascensore) all'allestimento dei due nuovi laboratori (uno dovrebbe servire per il restauro a vista del celeberrimo Sarcofago degli Sposi). I soldi però sono bloccati, come i 600 mila euro stanziati ad agosto "perché manca il responsabile legale". O come i finanziamenti per il restauro delle ex Concerie Riganti, un complesso ottocentesco adiacente Villa Poniatowski che secondo l'ambizioso progetto messo a punto con l'Università La Sapienza dovrebbe ospitare le mostre temporanee, l'accoglienza, un museum shop, un ristorante. Anche in questo caso era arrivata da poco una prima tranche di fondi per il progetto esecutivo, che ora rischiano di saltare. Come potrebbe non andare in porto l'appalto per la Macchina del Tempio o il lavoro di mesi per la partecipazione alla grande mostra sugli etruschi - la più importante mai realizzata in Spagna - che si terrà a Madrid alla fine del 2020 con la curatela affidata allo stesso Nizzo preceduta dal prestito a Villa Giulia della più importante iscrizione etrusca al mondo conservata a Zagabria e in antico riutilizzata per bendare una mummia. Un elenco che sembra infinito. L'ex direttore si appassiona e si dispera, racconta la dedizione della squadra di funzionari con i quali ha lavorato, ricorda lo sforzo per le iniziative di valorizzazione 'fatte in casa' per non pesare sul bilancio, il rapporto che si stava finalmente ritrovando con il pubblico, la città, il mondo degli studi. Per tornare alla guida del 'suo' museo dovrà partecipare ad un nuovo concorso. Chissà quando però. Il sogno di un rilancio di Villa Giulia, intanto, è a rischio flop.
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