E' famosa come la "collezione delle
collezioni", un patrimonio inestimabile composto da tesori che
tolgono il fiato tanto sono preziosi e che riflette il sogno di
un uomo visionario appassionato del mondo classico: dopo un
percorso complesso non privo di difficoltà, tra cui l'emergenza
sanitaria degli ultimi mesi che ne ha bloccato il cammino,
arriva finalmente alla fruizione collettiva la mostra "I marmi
Torlonia. Collezionare capolavori", allestita nella nuova sede
espositiva dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli dal 14
ottobre al 29 giugno.
Frutto della collaborazione tra istituzioni pubbliche e
private - il Mibact, la Fondazione Torlonia, il Comune di Roma e
il contributo di Bulgari per i restauri -, la mostra, curata da
Salvatore Settis e Carlo Gasparri, presenta 92 opere,
selezionate tra i 620 marmi catalogati e appartenenti alla
collezione Torlonia, la più prestigiosa collezione privata di
sculture antiche. L'esposizione, dopo Roma, dovrebbe viaggiare
anche all'estero in un lungo tour, le cui tappe causa Covid
ancora non sono state però definite.
Il racconto della storia del collezionismo dei marmi antichi,
romani e greci, inizia rievocando proprio il Museo Torlonia,
sognato e fondato nel 1875 dal principe Alessandro Torlonia, e
rimasto aperto fino agli anni '40 del '900. Un museo innovativo
e rivoluzionario, di concezione già moderna che presto rinascerà
proprio grazie all'intesa firmata nel 2016 tra Mibact e la
Fondazione Torlonia. E questa mostra rappresenta il primo step
verso la riapertura, come sottolinea il ministro Dario
Franceschini, che firmò l'accordo quattro anni fa: "Lo Stato
italiano è pronto a mettere risorse e luoghi per creare un museo
consono a ospitare la collezione Torlonia. Sono stati
individuati alcuni luoghi possibili ma tutto sarà condiviso con
istituzioni ed eredi. Intanto alla conferenza Stato Regioni
abbiamo già deliberato lo stanziamento di 40 milioni di euro per
la ristrutturazione di Palazzo Silvestri-Rivaldi di Roma che
potrebbe essere idoneo a ospitare il Museo", dice.
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