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Sergio Castellitto, la paura è benzina per l'attore

Sergio Castellitto, la paura è benzina per l'attore

Dal successo al futuro, si racconta per voci al Bif&st

ROMA, 08 aprile 2014, 10:24

Francesco Gallo

ANSACheck

Segio Castellitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Segio Castellitto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Segio Castellitto - RIPRODUZIONE RISERVATA

   "Per un artista la paura è la benzina del lavoro, il motore per superare il fatto di sentirsi inadeguato di fronte agli ostacoli". Così Sergio Castellitto al Bif&st di Bari dove ha tenuto una lezione di cinema in un teatro Petruzzelli strapieno che lo ha acclamato al suo ingresso e a fine conferenza. Ecco per voci alcuni temi emersi durante l'incontro con il pubblico.
    REGISTA - Non so perché a un certo punto De Sica e Cassavetes abbiano sentito il bisogno di misurarsi con la regia. Io ho fatto 70 film con Monicelli, Ferreri e Scola e forse ho scoperto a un certo punto di non essere solo un attore, ma un artista.
    TALENTO - Ho incontrato per caso la scuola d'arte drammatica, a quei tempi lavoravo in un'azienda, ma ho scoperto che il talento si poteva coltivare. Chi ha talento è chiamato ad esprimere questo talento agli altri, ma recitare è stato anche il mio modo di dire quello che penso.
    TECNICA - Non sono mai stato un accademico, né ho mai pensato che chi fa la scuola sa recitare. Il talento sta dappertutto e di fronte a questo bisogna inchinarsi.
    TELEVISIONE - Ho fatto la grande tv nazional-popolare e questo quando molti storcevano il naso. Ho interpretato personaggi come Fausto Coppi, Padre Pio, ma sono riuscito a fare anche film con grandi autori come Bellocchio e Salvatores. Il mio film chiave? Sicuramente 'Non ti muovere' che mi ha dato la consapevolezza di non essere solo un attore.
    ATTRICI - Ho imparato più dalle attrici che dagli attori, forse perché non c'è invidia. L'attrice da cui ho imparato di più è stata Vanessa Redgrave.
    FIGLI - Non so come mai i miei figli non vogliano vedere i miei film, ma preferiscano quelli di Sorrentino.
    METODO - Ognuno ha i suoi metodi. Nel caso di Padre Pio mi sono attaccato pesi lungo il corpo per capire cosa si provasse a camminare in un certo modo. Quando ho fatto Coppi facevo 40-50 km in bicicletta al giorno per capire cosa si pensa e ho scoperto che l'unica cosa che ti viene in mente è capire se ce la farai a fare il prossimo metro.
    FILM PROFETICI - Sicuramente uno dei film profetici è 'L'uomo delle stelle'. Abbiamo attraversato una Sicilia che sembrava un far west e lì c'era questa figura di manipolatore, di venditore di sogni in qualche modo profetica. E' stato anche il caso del film di Gianni Amelio girato in Cina, 'La stella che non c'è', dove ho imparato a capire che la Cina non è una nazione ma un pianeta.
    SUCCESSO - Ho vissuto male solo l'insuccesso, ma il successo va costruito, è un olio che ti scivola tra le mani. Lo devi coltivare.
    CINEMA - Il cinema è come una famiglia, ti accoltella alle spalle ma ci si vuole anche bene.
    FUTURO - Ho appena finito la serie 'In Treatment 2'. Sono 135 episodi molto interessanti. Per quanto riguarda 'La buca' di Daniele Ciprì con Valeria Bruni Tedeschi e Rocco Papaleo, è una commedia che potrebbe forse arrivare a Venezia. Chissà...
   
   

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