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James Franco bulimico, sono felice solo quando creo

James Franco bulimico, sono felice solo quando creo

Al Lido assediato da fan, gira sul red carpet il film Zeroville

VENEZIA, 06 settembre 2014, 10:29

Alessandra Magliaro

ANSACheck

James Franco assediato dai fan sul red carpet - RIPRODUZIONE RISERVATA

James Franco assediato dai fan sul red carpet - RIPRODUZIONE RISERVATA
James Franco assediato dai fan sul red carpet - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul camaleontismo di James Franco c'e' ormai una letteratura fiorente. Quando e' nel cast di un film non sai mai se sarai in grado di riconoscerlo, bravissimo a prescindere. Oggi al Lido alla presentazione ufficiale del suo ultimo film da regista, The Sound and the Fury (L'urlo e la furia) da William Faulkner, si e' presentato 'strano'. Jeans e cappellino nero da baseball in testa, si vedeva chiaramente che nascondeva un cranio rasato. A vederlo bene dietro la nuca aveva un tatuaggio. Nessuno ha osato chiedere il perche' del look.

Due ore dopo il colpo di scena: arriva sul red carpet - gia' bello caldo per la sua annunciata presenza - completamente diverso. Abito nero, forse uno smoking, lo sguardo un po' perso, occhiali a goccia scuri e una pelata lucidissima che metteva in evidenza il gigantesco tatuaggio, una Liz Taylor affianco a Montgomery Clift tali e quali al poster di Un posto al sole. Accanto a lui decine di persone in abiti anni '70. I ragazzini urlavano James James - Franco, ndr, e' un tipo cult che mette d'accordo critici e platea - senza capire bene cosa accadeva.

James Franco in un momento di cinema nel cinema o di cinema verita' ha utilizzato il vero red carpet del Palazzo del cinema per girare da attore e da regista alcune scene del suo nuovo film, ambientato negli anni '70, Zeroville tratto dal romanzo di Steve Erickson. La Biennale del cinema si e' prestata e il direttore della Mostra Alberto Barbera, conosciuto per sapienza cinematografica, serieta' e timidezza, si e' fatto trucco e parrucco, ha indossato uno smoking e un improbabile papillon vintage e sul palco dove domani sera ci sara' la consegna del Leone d'oro ha fatto finta di essere il direttore del 1977 (la Mostra in verita' non si tenne) e consegnare un premio ad un tale Isaac Jerome. La trovata e' stata geniale, la Mostra ha guadagnato sul fronte della cronaca visibilita' mondiale, il pubblico ha vissuto momenti originali e Baratta e Barbera si sono assicurati un film per Venezia 72.

''Scusate per tutto questo - ha detto sul palco James Franco quando e' tornato ad essere James Franco, ritirando il premio Jaeger LeCoultre - il film ve lo faccio vedere qui il prossimo anno''. Il rapporto tra Franco, 36 anni da Palo Alto, e la Mostra del cinema e' solido e frequente, sulla scia di George Clooney che ha disertato quest'anno solo per impegni pre-matrimoniali. ''Vengo qui da quattro anni, e' un posto per me molto importante, e' il luogo in cui sento di poter presentare i film in cui credo veramente'', ha detto. L'attore-regista-scrittore-sceneggiatore e pure modello (il 3 settembre ha presentato a Roma The director il film su Frida Giannini, stilista di Gucci, maison di cui e' testimonial) a The Sound and the Fury crede molto. ''E' il secondo film che faccio da Faulkner, sono i miei libri preferiti, classici americani, li amo da sempre. E' stato scritto 80 anni fa ma e' estremamente contemporaneo e con sentimenti contemporanei'', racconta Franco visto al cinema nella saga Spider-man, in Milk, nel Grande e Potente Oz, in Spring Breakers e in decine di altri film oltre che serie come General Hospital e 3d Rock. ''Recito da quasi 20 anni e dirigo da 10. A scuola di cinema mi sono reso conto che per lavoro avrei recitato in film orrendi, da Oscar o di cassetta e ho conosciuto tutte queste situazioni, ma c'e' un momento in cui ti rendi conto che solo diventando regista puoi fare il film che avresti voluto. E ho aspettato anni che qualcuno mi offrisse di fare L'urlo e la furia alla fine ho capito che mi dovevo dare una scossa io'', spiega. Non e' tanto la storia - il crollo di una famiglia nell'America del Sud gentile - ''quanto la struttura del romanzo che mi affascinava e dunque come e' raccontata e non cosa e' raccontato - aggiunge - e il nostro e' stato un lavoro bellissimo e in comunita' con gli attori. Sono convinto che non servano le star in un film, dentro, come in questo caso, ci vuole il cuore e il talento''.

Ammette l'attore, considerato tra i piu' sexy della sua generazione, di essere un tantino bulimico. ''Sono pieno di interessi, ora faccio da qualche tempo anche l'insegnante - rivela - libero da interessi e pressioni, faccio la regia, la recitazione e tutto il resto non motivato dal denaro ma dal voler fare quello che sento: una vita creativa, ho imparato a vivere cosi' e questo mi rende felice''.

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