"Per un newyorkese
trapiantato come me il silenzio è merce rara", dice Martin
Scorsese parlando all'Osservatore Romano di 'Silence' il suo
film ambientato nel Giappone degli shogun Tokugawa e delle loro
persecuzioni contro chi si convertiva alla fede cristiana. Il
regista è stato ricevuto dal Papa. Francesco ha raccontato di
aver letto 'Silenzio', il libro di Shusaku Endo da cui è stata
tratta la sceneggiatura, parlando poi dell'apostolato dei
gesuiti in Giappone (dove lui sognava di andare in missione) e
del Museo dei 26 martiri a Nagasaki.
"Sono sempre stato abituato a vivere in un contesto in cui si
intrecciavano le grida dei venditori ambulanti, l'arrotino che
cercava clienti per strada, i vicini di casa che litigavano in
molte lingue diverse - dice Scorsese -. A Little Italy il
silenzio proprio non sapevamo che cosa fosse. Era come un
villaggio ottocentesco pieno di caos. Per questo quando ne avevo
bisogno mi rifugiavo in una piccola chiesa cattolica. O nel buio
di un cinema.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA